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L'appello dei grandi gruppi francesi in Italia alle Istituzioni italiane

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Durante l’evento sono emersi svariati temi che le imprese partecipanti hanno sollevato indirizzando al governo le proprie esigenze per migliorare le prospettive occupazionali e di crescita in Italia.

Nella splendida cornice dello Studio Pirola, Pennuto, Zei di Milano , di via Vittor Pisani 20, si è svolto ieri il convegno della Camera di commercio Francia Italia il cui presidente , Denis Delespaul, ha aperto i lavori ricordando che Italia e Francia sono partner economici storici di rilievo e le loro economie rappresentano il 30% del PIL europeo. Nel 2021 l’Italia è stata per la Francia il terzo partner commerciale e il secondo cliente mentre la Francia si posiziona come secondo partner commerciale per l’Italia.

La Francia si conferma primo investitore in Italia e conta 2.119 partecipazioni in aziende italiane che creano 289 000 posti di lavoro. Le aziende italiane sono a loro volta in piena espansione oltralpe con una forte crescita tra il 2020 e il 2021. Nella lista dei Paesi esteri investitori in Francia, l’Italia è passata dal 9° al 5° posto nel giro di un anno. L’Italia infatti conta oggi oltre 2.000 aziende in Francia che creano oltre 100.000 posti di lavoro.

Il Presidente ha sottolineato come il “Club Csr” sia un luogo unico di scambio di best practices di Esg cioè di criteri importanti come l’impegno ambientale, il rispetto dei valori aziendali e l’accuratezza e trasparenza delle aziende. Sostanzialmente dove si coniuga equazione sostenibilità e competitività.

Questo appuntamento serve a fare il punto ed è una sorta di “brainstorming” dopo la firma del trattato del Quirinale. Francia ed Italia oggi si trovano ad affrontare le medesime sfide: da quella inflattiva che si riflette sul potere d’acquisto dei consumatori e sui costi di produzione per le imprese, passando per quella geopolitica che ha risvolti sull’approvvigionamento energetico delle imprese e sulla supply chain (cioè la catena di approvvigionamento).

Durante l’evento sono emersi svariati temi che le imprese partecipanti hanno sollevato indirizzando al governo le proprie esigenze per migliorare le prospettive occupazionali e di crescita in Italia.

Moderati da Jose Saggese della televisione finanziaria Class Cnbc, infatti erano presenti e sono intervenuti quattro amministratori delegati di società francesi che sono tra le più importanti realtà industriali e commerciali francesi oltre che estremamente rilevanti dal punto di vista occupazionale nel nostro Paese. Stiamo parlando di Michelin, Renault, Carrefour e Lactalis.

La tavola rotonda delle imprese francesi in Italia

Il primo ad intervenire è stato l’Ad di Michelin, Simone Miatton, che ha ricordato come dopo la crisi sanitaria Covid-19 si sono aggiunte in rapida sequenza altre crisi globali, in un crescendo mai registrato in precedenza. “Ci troviamo ad operare in un contesto sociale di mercato molto sfidante, che dimostra in pieno la pertinenza della strategia “All Sustainable” del Gruppo Michelin, basata sulla continua ricerca del migliore equilibrio tra le 3P di People, Planet e Profit” – Secondo Miatton “L’Italia, per la sua storia industriale e la qualità della sua forza lavoro, ha delle importanti carte da giocare in uno scenario internazionale dove gli equilibri consolidati sono rimessi in discussione. In questa situazione Michelin Italiana, che oggi rappresenta, con oltre 3700 dipendenti, il primo produttore di pneumatici del Paese, contribuisce alla crescita del Gruppo puntando ad essere un riferimento sulla digitalizzazione e l’innovazione di processo, sulla flessibilità organizzativa e l’eccellenza operativa, sulla responsabilizzazione e lo sviluppo del proprio personale all’interno di un quadro di rispetto e attenzione per le tematiche sociali e ambientali. Auspico che su questi temi si possa costruire un dialogo aperto e costruttivo per ricevere supporto da tutti gli stakeholder”ovviamente in primis la politica italiana.

L’Ad di Michelin ha ricordato che dobbiamo pensare ad una crisi che non finisce subito e che è importante decidere dove si vuole andare con una strategia chiara che permetta di poter affrontare anche le diverse crisi che si presenteranno nei prossimi anni. Bisognerà però acquisire l’ attitudine a “navigare a vista” e a cogliere le opportunità di mercato in uno scenario globale che sta velocemente mutando. La crisi infatti sottolinea Miatton porta anche un’evoluzione nelle preferenze d’acquisto dei consumatori . Questa evoluzione è presente anche del mercato italiano nel quale c’è un problema di impoverimento rispetto alla capacità di acquisto che sposta imprese e consumatori verso la preferenza all’acquisto di prodotti a minor valore aggiunto con la difficoltà intrinseca di trasmettere il valore al consumatore.

A prendere la parola è stato poi Fusilli amministratore delegato di Renault che ricordato come Renault sia presente in maniera massiccia dagli anni 50 in Italia ; ha aggiunto che per Renault l’industria dell’auto sta sparendo come la conoscevamo e sta rinascendo come una sorta di “animale mitologico digitale”.

Ad oggi, il Gruppo realizza acquisti per circa 1 miliardo di euro in Italia, al 40% attorno al gruppo motopropulsore ed i suoi componenti, grande punto di forza del mercato italiano. Renault però “intende fare un passo avanti e sviluppare un sistema solido attorno alla catena del valore dell’auto elettrica, alla tecnologia, alla digitalizzazione e all’economia circolare.”

Infatti vuole trasformarsi da azienda automobilistica tradizionale a azienda digitale consapevole che in futuro gli utili dell’automotive deriveranno dal digitale e dai dati e sempre meno dall’acciaio.

Nascerà la nuova società “Ampere” da Renault per la mobilità digitale e solo elettrica che punterà sulla mobilità condivisa. Nella ricerca di soluzioni per la mobilità l’Ad ricorda come 20 anni fa era il gasolio la soluzione mentre oggi passa per la produzione di vetture elettriche o ibride.

L’obiettivo oggi è per Renault massimizzare prodotti a basso impatto imbientale ed è già leader su prodotti ibridi elettrici. La casa francese sta puntando con decisione sul footprint neutro dal 2030 vendendo dopo il 2030 solo veicoli elettrici.

Un altro interessante business per Renault è quello dell’ economia circolare . Con 11 milioni di veicoli rottamati e con 20% riciclato su un 85% riciclabile, il business economia circolare sarà nei prossimi anni molto redditizio.

Oltre al progetto di Ampere che si occupa di mobilità elettrica, Raffaele Fusilli ricorda che nel mondopicco motori termici si raggiungerà nel 2025. In questo quadro di mercato nasce l’alleanza con Geely secondo l’idea, già battuta da diverse aziende occidentali che “se non puoi vincere con i cinesi, alleati con loro” .

Renault però non cesserà affatto di produrre motori termici. Se l’Unione Europa ha deciso di mettere al bando la produzione di veicoli termici è di fatto l’unico agglomerato mondiale di Stati che ha deadline nel 2035 per il passaggio ad una produzione e vendita di sole vetture elettriche. L’accordo con l’azienda cinese Geely sarà utile sia nel caso in cui l’Ue dovesse rallentare sul piano di dismissione dei motori endotermici sia per creare economie di scala nella produzione di motori e trasmissioni in un mondo che per ora non ha deciso di seguire le politiche verdi sulla mobilità elettrica della UE. Fusilli ha anche ricordato che è finita l’idea di azienda automobilistica verticale ove l’intera produzione si svolge internamente ma, con l’avvento del digitale sempre più pervasivo e dell’elettrico, è necessario creare partnership con aziende che abbiano il know how nelle competenze che i cambiamenti di mercato nel settore automobilistico stanno portando. Per esempio Renault ha creduto, tra le prime case autobilistiche, nel digitale e nell’elettrico, Quallcom Google batterie cioè di fatto nell’ esternalizzare determinate competenze come quelle legate al mondo IT ai campioni del settore con cui fare partnership. Fusilli ha ricordato come in Italia non siamo pronti sull’elettrico. Un esempio sono le insufficienti colonnine di ricarica che dovrebbero passare dalle 33.000 attuali alle 130.000 per essere pronti alla data del 2035 con la dismissione della vendita in UE delle auto a motore endotermico. La società francese però manterrà una vigilanza su questi obiettivi per il 2026 infatti Renault farà un parziale bilancio del radicale cambiamento dell’azienda che sta affrontando.

Ha preso poi la parola Christophe Rabatel, CEO di Carrefour Italia che ha ricordato come come impresa operante nella GDO ha ben presente il problema dell’inflazione per i consumatore dei beni di prima necessità. Ove possibile Rabatel ha ricordato che è obiettivo di Carrefour di limitarla a per tutelare il potere di acquisto delle famiglie. Per portare a termine questo obiettivo che è anche una mission sociale hanno intrapreso una campagna di risparmio mantenendo la qualità dei prodotti attraverso il private label ovvero i prodotti a marchio Carrefour. Oltremodo importante è collaborare con la filiera al fine di contenere i costi per i consumatori . Con tutti i fornitori private label hanno lavorato sull’abbassamento del costo dei prodotti in modo da fare risparmiare i clienti , ridotto il prezzo dei prodotti di prima necessità consapevoli che il potere d’acquisto si sta riducendo quest’anno. Fino alla fine dell’estate il mercato ha mantenuto volumi costanti ma da settembre si sono registrati con volumi negativi di acquisti anche per prodotti agroalimentari di prima necessità . Tutti cercano di fare risparmi per categorie non di prima necessità, fanno trading down ; per contro per Carrefour la sostenibilità è avere di avere prodotti di qualità ma accessibili a tutti con il private label.

Non è solo l’attenzione ai prezzi al centro della politica industriale di Carrefour: nel piano strategico con il piano 2026 l’azienda punta molto sulla trasformazione digitale ed ambientale che fa parte, afferma il CEO, “del dna della nostra azienda”. Carrefour punta a ridurre costi energetici per 2026 del 20% ed installare pannelli solari sui propri supermercati ed ipermercati.

Ha infine preso la parola Giovanni Pomella, General Manager di Lactalis in Italia che ha affermato che “Lactalis è un grande gruppo, leader nel mondo del lattiero caseario, ed è in Italia la prima realtà industriale del Paese del settore agroalimentare, sia per numero di siti produttivi, sia per capillarità sul territorio. La nostra dimensione consente di generare un valore aggiunto importante per l’Italia, con un impatto occupazionale totale di oltre 19.000 persone e un contributo al PIL di 2,2 miliardi di euro”

Lactalis ha 30 stabilimenti in 10 regioni, ed è definibile oltre che multinazionale anche “multilocale” cioè interconnessa a province e comuni con legame a doppio filo con la filiera. La filiera, ricorda il manager, ha subito diversi shock tra cui le conseguenze della pandemia, della guerra e sui costi energetici ed ha risposto sapendosi organizzare per non trasmettere integralmente i costi al cliente finale. Pomella ha ricordato come “abbiamo dovuto fare scelte dolorose con chiusura di stabilimenti” ma si è riusciti a non trasmettere a tutti i costi aumentati sul consumatore. Nel 2015 è finito il regime delle quote latte crescita, ciò ha portato ad un aumento della produzione del 15% a fronte di un calo quest’anno nel primo trimestre 2022 (dati Ismea) del 4,3% sul primo trimestre 2021.

Durante il secondo giro di tavolo i manager delle società francesi in Italia hanno illustrato le loro richieste alle Istituzioni italiane.

Le richieste delle imprese francesi alla politica italiana

Michelin tramite il suo amministratore delegato ricorda come sia necessario competence center per aiutare digitalizzazione piccole aziende. Il CEO mette a fuoco la questione della competitività e dei costi industria ricordando come” siamo un Paese con alto costo della manodopera” e “ci confrontiamo con altre società gemelle in Ue”. In Italia per ottenere un minor costo unitario per dipendente a fronte di un maggiore stipendio netto va considerata la possibilità del taglio cuneo fiscale e bonus 3000 euro. Per stabilire le scelte di investimento il costo unitario della persona oltre al fattore competenze è importante ; vi è quindi la richiesta di diminuire il carico fiscale sul lavoro. Altro punto importante è quello di rivedere la normativa del settore. Miatton ricorda anche il tema infrastrutturale sottolineando che il trasporto su gomma non è alternativo ma integrato a quello su ferro e sulle vie d’acqua e che, coerentemente, lui sia stato un sostenitore della Tav.

Renault, tramite il suo AD Fusilli, vede vetture sempre più care, le termiche aumentano di prezzo a causa anche della normativa comunitaria sull’inquinamento oltre che a seguito degli investimenti necessari alle case automobilistiche. Seppure oggi l’ auto elettrica costa di più di una a motore endotermico, al contrario le vetture elettriche potranno registrare un allineamento con i prezzi delle vetture a motore endotermico. Il sogno dell’Ad è una mobilità sostenibile con una riduzione conseguente della mobilità privata ed un forte aumento di quella condivisa. Sarà necessario un forte intervento pubblico per il potenziamento delle infrastrutture, che non deve tradursi nella mera creazione delle ZTL, ma soprattutto, per Fusilli, il potenziamento della mobilità pubblica sostenibile.

L’Ad Carrefour ricorda come sia importante garantire sempre di più la trasparenza per i consumatori, occorre dare informazione giusta di fare facendo anche cenni su Nutriscore e Nutrinform. Carrefour ha preso una decisione importante: non metteranno quindi il Nutriscore su prodotti italiani per tutelare le peculiarità del made in Italy enogastronico.

Il gruppo Carrefour , afferma il CEO Rabatel , è francese ma 85 su 100 sono prodotti italiani e punta a valorizzare Made in Italy e pmi enogastronomiche . A testimoniare questo impegno ricorda come Carrefour sia parte e la prima insegna della GDO presente nell’associazione in filiera Italia a valorizzazione del Made in Italy, la promozione di filiere sostenibili, la tutela dei localismi e delle specificità territoriali e l’obiettivo di assicurare un’equa ripartizione del valore lungo tutta la catena di produzione, ostacolando le pratiche sleali.

Pomella manager di Lactalis ricorda come parte delle richieste siano anche in corso d’opera: sostegno alle famiglie e alla natalità, al sostegno dei consumi, la riduzione del cuneo fiscale ed un intervento massiccio sui costi energetici . E’ necessario anche un potenziamento delle infrastrutture: si pensa al trasferimento merci dalla gomma alla rotaia rafforzando la rete ferroviaria. Un altro punto fondamentare per il manager Lactalis è quello della burocrazia italiana: assolutamente da semplificare perché oggi gli investimenti delle imprese sono percorsi ad ostacoli mentre urge una burocrazia snella che permetta alle imprese di affrontare il cambiamento, dato dalle crisi che si stanno succedendo: per Pomella infatti la reattività delle imprese è fondamentale.

La complementarità dell’Italia con la Francia

Ha chiuso l’incontro il Presidente Denis Delespaul, presidente della CCI France Italie – Camera di Commercio auspicando che Italia e Francia affrontino le sfide insieme con valori condivisi, grazie una storia comune e a una complementarietà unica, testimoniata anche dalle aziende che sono intervenute nella tavola rotonda.