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Legge elettorale, il Consiglio dei ministri ha autorizzato la fiducia

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Il Pd, tramite il capogruppo alla Camera Filippo Rosato, ha chiesto al premier Paolo Gentiloni di prendere in considerazione la fiducia sulla legge elettorale.

Il Consiglio dei ministri ha poco fa dato l’autorizzazione al governo di porre la questione di fiducia sulla legge elettorale all’esame dell’Aula della Camera. In mattinata, il Pd aveva chiesto espressamente a Paolo Gentiloni di valutare la fiducia sulla legge elettorale. A chiederlo personalmente è stato il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato, il quale ha telefonato appositamente al premier. Immediate le reazioni degli altri esponenti politici. Secondo l’Mdp si starebbe scherzando col fuoco, i partiti che hanno appoggiato il Rosatellum, come Lega e Forza Italia dicono che voteranno sì alla legge, ma che non sosterranno la fiducia.

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Legge elettorale e fiducia

Il capogruppo alla Camera Filippo Rosato ha dichiarato di aver telefonato a Paolo Gentiloni dopo la riunione di maggioranza, riferendo che “la valutazione della maggioranza sarebbe che è opportuna la fiducia perché il testo è frutto di un faticoso equilibrio tra maggioranza e opposizione e sottoporlo ai voti segreti metterebbe in difficoltà il complesso del testo”.

Filippo Rosato ha poi successivamente detto che la fiducia è uno strumento perfettamente regolamentare, che viene utilizzato contro un’altro strumento regolamentare, che però è arcaico e assurdo, ossia il voto segreto. Il fatto che sia una fiducia tecnica lo dimostrerebbe la reazione di Forza Italia e Lega.

Forza Italia e Lega

Forza Italia e Lega hanno reagito in maniera molto simile. Entrambi gli schieramenti hanno detto chiaramente di appoggiare la legge, ma hanno poi precisato che non intendono affatto sostenere la fiducia.

Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, ha infatti annunciato ufficialmente che il partito “voterà sì alla legge, pur non partecipando, ovviamente, alla votazione sulla fiducia”.

Giancorlo Giorgetti, vicesegretario della Lega, ha affermato: “La Lega non potrà ovviamente votare la fiducia al governo ma comprende le motivazioni che hanno portato a questa richiesta. La Lega come già fatto in commissione coerentemente dirà sì alla legge, con voto segreto o palese che sia”. Poi si è auspicato “un rapido iter al Senato consapevoli che chiunque lo rallenti evidentemente vuole rinviare la data delle elezioni che si devono tenere invece il più presto possibile”.

Reazione Mdp

Subito c’è stata la reazione dell’Mdp, attraverso Roberto Speranza, che ha dichiarato che mettere la fiducia sulla legge elettorale a pochi giorni dallo scioglimento delle Camere è oltre i limiti della democrazia. Così si scherza troppo col fuoco, con il rischio di ustionarsi gravemente. Il coordinatore nazionale dell’Mdp ha poi affermato che “una legge che toglie la sovranità ai cittadini di scegliere i propri eletti viene approvata togliendo la sovranità al Parlamento”. Roberto Speranza non vuole credere che sia vero.

Il capogruppo Francesco Laforgia ha affermato in seguto che “Il gruppo di Articolo 1 – Mdp ha espresso un giudizio unanime di radicale critica sull’ipotesi che venga messa la fiducia sulla legge elettorale”. Fa quindi, a nome del suo partito, un appello al presidente Gentiloni, perché tenga fede all’impegno assunto in aula ed eviti che questo strappo non venga compiuto. Poi ribadisce che “se dovessimo andar avanti su questa strada, Articolo 1-Mdp voterà, all’unanimità, contro la fiducia e la legge elettorale”.

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Reazione Movimento 5 stelle

Il capogruppo alla Camera del MoVimento 5 Stelle, Simone Valente, ha dichiarato: “Se il governo dovesse porre la fiducia sul Rosatellum sarebbe un atto eversivo, contro la democrazia, la libertà del voto e la sovranità dei cittadini”.

Poi ha proseguito aggiungendo: “Il tutto con la complicità di Lega e Forza Italia che, sulla carta, sono all’opposizione, ma che fanno parte di questo grande e vergognoso inciucio contro i cittadini”.

Luigi Di Maio invece proclamato la piena emergenza democratica. Secondo lui “nelle aule parlamentari si sta consumando l’ennesima aberrazione istituzionale” perché in questo modo il Parlamento non potrà discutere la legge elettorale. “Quello che hanno deciso due o tre capi di partito diventerà legge senza che nessuno possa dire la sua”. Sarebbe quindi una situazione gravemente critica. Tutto ciò mirerebbe a “distruggerci”, ma “quello che otterranno sarà rafforzarci”. Luigi Di Maio promette poi che il Movimento 5 Stelle difenderà a spada tratta le Istituzioni della Repubblica Italiana.

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“Impegno Positivo”

Non è tardato, e non poteva tardare, il commento del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Anche senza esprimere valutazioni nel merito del testo in esame in Parlamento, oppure di scelte differenti in materia, e nemmeno sull’ipotesi di voto di fiducia che attiene al rapporto Parlamento-Governo, l’impegno in Parlamento per giungere a una nuova legge elettorale continua ad essere giudicato in modo positivo dal capo di Stato. Sergio Mattarella auspica poi che questo avvenga con ampio consenso. È quanto si apprende al Quirinale in merito al dibattito politico sulla nuova legge elettorale.