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L'Europa dei burocrati contro il governo italiano: il nostro populismo preso in giro dal mondo intero

Giuseppe Conte, L'europa contro il governo

L'Europa guarda al governo Conte con viva preoccupazione, dai media internazionali scherno, prese in giro e molte critiche contro la 'legislatura dei populisti'

Incassata la fiducia da parte di Camera e Senato, il governo bicolore guidato dal professor Giuseppe Conte può dare il via al percorso di riforme previste dal contratto congiunto sottoscritto, non senza difficoltà e dopo quasi tre mesi di crisi politica tra consultazioni e trattative, da Carroccio e pentastellati. Si parte, dunque, con quello che non solo in Italia ma anche e soprattutto oltralpe è stato battezzato un governo populista e anti-sistema. Parole che al nuovo premier, fiancheggiato e spalleggiato dai ‘vice’ Luigi Di Maio e Matteo Salvini, non sembrano dispiacere e che ha utilizzato, manifestandone la loro accezione positiva, nel corso dei 75 minuti di discorso nell’Aula del Senato. Nell’elencare le priorità dell’esecutivo ha infatti sottolineato che “se populismo è attitudine ad ascoltare i bisogni della gente, allora lo rivendichiamo”, prendendo spunto dalle riflessioni di Fedor Michajlkovic Dostoevskij nel suo discorso pronunciato l’8 giugno del 1880 in onore del drammaturgo russo Aleksandr Sergeevič Puškin, in occasione dell’inaugurazione del monumento a lui dedicato. Il professore non si è certo risparmiato in fatto di citazioni: “se anti-sistema significa mirare a introdurre un nuovo sistema, che rimuova vecchi privilegi e incrostazioni di potere, ebbene queste forze politiche meritano entrambe queste qualificazioni”, prima di passare ad ulteriori richiami letterari del filosofo Hans Jonas e dei sociologi Ulrick Beck e Philip Kotler.

Elezioni italiane all’estero: un ‘disastro’ tra ironia e luoghi comuni

La lettura della situazione italiana da parte dei media internazionali ha subito, nell’arco delle ultime settimane, una progressiva mutazione. L’iniziale tira e molla politico nell’impossibilità di dar forma ad un governo e le inesattezze del curriculum vitae di Conte hanno generato commenti di un certo sarcasmo, parlando delle elezioni 2018 come di un ‘disastro nel mondo’ e di una competizione elettorale dal carattere circense tra luoghi comuni e commenti spinosi e derisori, dimenticando o volutamente mettendo da parte, in questa fase, i passi avanti compiuti dall’Italia negli ultimi anni in fatto di relazioni internazionali. “L’Italia vota – scriveva durante la bagarre elettorale il New York Times – gran parte degli italiani sono troppo depressi per curarsene”. “Le elezioni italiane contano: un nuovo tipo di populismo sta sorgendo” sottolineava invece il Wall Street Journal che si soffermava sul Movimento 5 Stelle, simbolo di “una rivolta italiana di tipo particolare contro un ceto politico trincerato”. “L’Italia merita di meglio. Ma sta esaurendo le alternative politiche responsabili per assicurare il proprio futuro al cuore dell’Europa”, era invece l’opinione del Financial Times. A legislatura iniziata l’analisi appare decisamente più preoccupata delle azioni di un governo definito ‘populista’ ed ‘euroscettico’, e le copertine o gli articoli dedicati alle vicende politiche italiane descrivono più o meno metaroficamente uno scenario poco roseo ed incerto.

The Economist

Pd all’attacco, ‘questo è un governo di destra’

Per il Partito Democratico, quello proposto da Lega e Movimento 5 Stelle è un contratto “iniquo”, come lo ha definito il segretario reggente Maurizio Martina nel corso della discussione generale sulla fiducia, poichè privo di “un progetto per il Paese”. Una “gigantesca cambiale che pagheranno le giovani generazioni, perchè scarica su di loro i costi e le responsabilità”. Decisi a far sentire la propria voce dai banchi dell’opposizione al punto da rifiutare, quando la spaccatura tra grillini e Lega appariva insanabile, gli spiragli offerti dal Movimento per la costruzione di un programma condiviso (“Mai con i 5 Stelle”, disse Matteo Renzi a ‘Che Tempo che fa’ azzerando di fatto qualsiasi possibile trattativa), i dem appaiono oggi preoccupati: “Se ci sarà un condono mascherato – ha chiosato l’onorevole Martina – daremo battaglia, se deciderete di discriminare i bambini secondo la nascita daremo battaglia, noi vi diciamo che se deciderete di fare una controriforma fiscale per cui chi guadagna di più paga meno, come è stato detto da Salvini, noi daremo battaglia“, certi di trovarsi dinnanzi ad un “governo di destra”. “Dovete avere l’onestà il coraggio, la chiarezza di dirlo – ha concluso Martina – E’ un governo di destra per le reazioni che ha suscitato in Europa, per le reazioni dall’altra parte dell’Atlantico, dei grandi stregoni del populismo di destra americano, per le reazioni del pensiero conservatore più estremo”. Insomma un Pd, nel pieno di una crisi di partito della quale il partito stesso, con le sue spaccature interne, è responsabile; intenzionato però a ritrovare l’unità e dare del filo da torcere, nel rispetto dei ruoli, al presidente del Consiglio e ai suoi ministri per difendere la collocazione internazionale dell’Italia.

Lega-M5S, il vero nemico è l’Europa

Ma il vero ‘nemico’ dei giallo-verdi non sembra essere il Pd, nè tantomeno Berlusconi e Forza Italia, funestati da un declino che pare essere ormai irreversibile, acuito dalla volontà di non rompere la coalizione con Salvini pur manifestando, rispetto alla visione del neo ministro dell’Interno, sostanziali differenze ideologiche. Quanto piuttosto l’Europa, largamente preoccupata della deriva populista, nell’accezione in questo caso fortemente negativa del termine, di un governo costruito dando voce alla pancia, ai sentimenti di insoddisfazione generati dalla crisi economica, dalla disoccupazione e, allo stesso tempo, dalla morsa di un sistema fiscale che attanaglia imprese ed imprenditori. Da parte di chi, tra selfie e dirette Facebook, ha cavalcato l’onda del malcontento popolare attaccando proprio l’Europa, considerata la principale responsabile di un’austerità imposta ed impugnando il tema dell’immigrazione quale cardine di una battaglia politica costruita sul rifiuto dell’uguaglianza sociale e del multiculturalismo.

Scherno, critiche e preoccupazione dai media stranieri

Ancor più che parte del Belpaese, infatti, è il mondo dell’informazione d’oltreconfine a manifestare le maggiori preoccupazioni. Su tutti il quotidiano francese Le Figaro che, senza troppi giri di parole, ha parlato di un governo di “populisti al potere”, formato dai “leader antisistema della Lega e del M5S” guidati dal giurista Giuseppe Conte che, solo una settimana prima di tornare per la seconda volta in pochi giorni dal Capo dello Stato Sergio Mattarella “aveva gettato la spugna”. Sempre dalla Francia, Le Monde dedica a Salvini e Di Maio un’apertura, definendo i leader di Movimento 5 Stelle e Lega i “due uomini forti del nuovo governo italiano”, tanto da aver ottenuto “le posizioni chiave dell’Interno e dello Sviluppo economico”. La linea critica dei quotidiani tedeschi nei confronti dell’esecutivo italiano è ben evidente: il Welt scrive che “un euroscettico ora può controllare la politica europea dell’Italia”; mentre eloquente è l’immagine scelta per raccontare l’Italia dal giornale economico Handelsblatt che, ‘salutandola’ con un “Ciao bella!” mostra lo stivale staccato dall’Europa ed il sud del Paese che sprofonda nel Mediterraneo; metafora di una distanza che, da qui ai prossimi mesi, potrebbe drammaticamente concretizzarsi. La Sueddeutsche Zeitung titola “I populisti italiani sono ancora una volta d’accordo sul governo” mentre lo Spiegel si limita invece ad evidenziare che Conte è stato “nuovamente incaricato di formare un governo”

copertine giornali tedeschi italia

Il quotidiano spagnolo La Vanguardia evidenzia, a governo formato, la lunga conversazione tra Matteo Salvini ed il primo ministro ungherese con il quale il segretario federale della Lega intende lavorare per cambiare le regole dell’Unione Europea. “L’Italia cambia rotta e alleati – si legge – dopo aver ripetuto che gli italiani non saranno mai più sudditi dei tedeschi o dei francesi, uno dei primi incontri del nuovo ministro dell’Interno è stato quello con l’euroscettico ungherese e flagello contro l’immigrazione Viktor Orbán. Un contatto che dimostra i veri equilibri di potere nell’Esecutivo di Roma”. I media inglesi seguono con attenzione la situazione: la Bbc parla di “accordo su un nuovo governo” guidato da una “coalizione populista dopo mesi di scontro politico”. Sempre dal mondo anglosassone, SkyNews sottolinea la “limitata esperienza politica” nell’annunciare il “governo populista” italiano e ricordando, del nuovo premier, le ‘sviste’ riportate sul curriculum. “Il presidente dell’Italia approva il governo populista di Roma. Mette fine così alla crisi politica che ha attanagliato il Paese e ha spaventato gli investitori” scrive il Financial Times mentre sul progressista The Guardian si legge: “i leader populisti raggiungono un accordo per far risorgere la coalizione”. Ampio spazio per le vicissitudini politiche italiane viene riservato sul Daily Mail nel quale si parla di “partiti populisti” che hanno “raggiunto un nuovo accordo per formare il governo”, presentando Conte come un “avvocato poco noto”. D’altro canto il settimanale The Economist apre l’edizione europea con un gelato tricolore ‘rivisitato’ aggiungendo tre micce accese, accompagnato dal titolo “Maneggiare con cura”.

new york times

Governo Conte, le reazioni dei giornali a stelle e strisce

Non molto diversa è l‘analisi dei media statunitensi: “l’anti establishment Movimento 5 Stelle e la Lega di estrema destra governeranno insieme – si legge sul Washington Post – formando la prima coalizione puramente populista alla guida di un paese essenziale dell’Europa occidentale dalla creazione dell’Unione europea”. “I populisti antagonisti dell’Europa hanno il via libera per prendere le redini dell’Italia” ricorda il New York Times aggiungendo che “dopo 88 giorni di impasse e negoziazioni, due partiti populisti italiani con una storia di antagonismo nei confronti dell’Ue hanno avuto l’approvazione per creare un governo che ha già destabilizzato l’ordine politico del continente”. In un articolo, pubblicato il 1 giugno a firma di un autorevole editorialista del quotidiano statunitense, Roger Cohen, l’esecutivo tricolore viene definito senza troppi giri di parole “terribile, schifoso”, perchè “Lega e Movimento Cinque Stelle mettono insieme bigottismo e incompetenza a un livello inusitato. Sono un branco di miserabili sollevati dalla marea antiliberale”. La Cnn annuncia: “l’Italia sarà guidata da un governo populista ed euroscettico”. Dall’analisi sarcastica della stampa straniera che ha caratterizzato i 90 giorni di stallo politico, si è dunque passati al disegno di quadro di viva preoccupazione per le conseguenze delle azioni, sul breve, medio e lungo periodo, di un premier privo di esperienza politica e, più in generale, dell’intero governo italiano.

Populismo, l’Italia ha ‘toccato il fondo’?

Ciò che non è emerso nel corso degli interventi del professore a Camera e Senato è l’altra faccia della medaglia: il dilagare di sentimenti di odio ed intolleranza propri di quel populismo ‘cattivo’ che non è certamente quello presentato citando Dostoevskij, bensì frutto di un patriottismo imperante e disinteressato a costruire, attraverso l’accoglienza e l’ascolto, una società basata sulla multiculturalità. Di un anti-sistema, leitmotiv di un governo il cui premier non è stato (ancora una volta) scelto dai cittadini, che appare più come il tentativo di convivenza tra due forme di anti-sistema tra loro profondamente diverse. Impegnato in una serrata campagna elettorale, per la prima volta in veste di ministro Salvini ha raggiunto il comune siciliano di Pozzallo visitando l’hotspot per migranti e sottolineando che “è finita la pacchia dell’immigrazione”. Con questi presupposti si apre dunque la nuova fieramente populista legislatura del ‘Governo del cambiamento’, tanto vicina al popolo quanto distante dal significato proprio di civiltà.