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L'inflazione rallenta ma il caro prezzi continua a preoccupare

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Nonostante i livelli elevati raggiunti l'inflazione rallenta e queste ultime settimane potrebbero essere più confortanti per i consumatori rispetto ai mesi scorsi. E' però ancora presto per cantare vittoria. 

Nonostante i livelli elevati raggiunti l’inflazione rallenta e queste ultime settimane potrebbero essere più confortanti per i consumatori rispetto ai mesi scorsi. E’ però ancora presto per cantare vittoria.

La crisi in corso non sembra rallentare mentre l’economia mondiale appare meno vivace e l’inflazione, sebbene in lieve calo, è ancora a livelli inaccettabili. La frenata dei consumi sta avviando un capovolgimento del ciclo economico, i vari aiuti economici e gli incentivi hanno concretamente controbilanciato in buona parte la diminuzione del potere d’acquisto delle entrate dei lavoratori, ma nulla può pareggiare la diminuzione del valore della liquidità che rappresenta un fondamentale ‘asset’ della spesa familiare.

L’inflazione rappresenta oramai una delle principali preoccupazioni degli ultimi mesi. Secondo alcune recenti stime, nel mese di Novembre 2022 l’indice dei prezzi al consumo registra un incremento dello 0,5% su base mensile e di quasi il 12% su base annua. L’inflazione è meno ‘vivace” rispetto a qualche settimana fa ma ciò non esclude una condizione di rientro che potrebbe giungere nel secondo quadrimestre del nuovo anno. Siamo in prossimità di un’eventuale recessione tecnica. Le stime dell’Ocse prevedono per l’Italia una crescita del PIl reale al 3,7% nell’intero 2022 che vedrà però una contrazione proprio a fine anno.

Nel corso del 2023 è prevista una crescita dello 0,2% prima di una modesta ripresa all’1% nel 2024. Il debito pubblico si assesterà intorno al 146% nell’anno in corso per diminuire al 144% nel 2023 e al 143% nel 2024. Calano i consumi per effetto di una flessione della domanda di beni (soprattutto nel settore alimentare e mobili) e di un aumento dei servizi. Cresce il mercato automobilistico che a Novembre 2022 registra un incremento di vetture immatricolate del 15% circa in più rispetto allo stesso mese del 2021. Entrando più nel dettaglio, sul fronte degli utilizzatori , i privati rappresentano oltre il 50% della quota di mercato mentre le autoimmatricolazioni poco meno dell’8%. Positivo il noleggio a lungo termine che ottiene il 27% circa di share. In crescita anche il noleggio a breve termine che si assesta però al 3% circa di quota. Le aziende raggiungono invece uno share del 6% circa.
La ripresa non è però sufficiente per assorbire i cali sostenuti nei primi mesi dell’anno. L’ombra del caro prezzi appanna così i consumi degli italiani minacciando gli acquisti natalizi. Cresce la preoccupazione , tanto da determinare i primi tagli alla spesa, soprattutto nel comparto alimentare conseguenza del deciso aumento dei prezzi che induce i consumatori a comportamenti più cauti negli acquisti. L’instabilità internazionale e l’inflazione ai massimi storici dal 1983 influiscono quindi decisamente sulla propensione all’acquisto degli italiani. Per quanto riguarda invece i settori merceologici, la ristorazione mostra un andamento soddisfacente malgrado l’incremento marcato dei costi decisamente impattante, mentre il settore abbigliamento è ancora in crisi anche a causa del ritardo con cui si è manifestata la stagione autunnale. La domanda delle famiglie si è perciò focalizzata principalmente ai servizi, anche se su livelli decisamente distanti rispetto a quelli registrati nel periodo pre-Covid.