Giampiero Casoni Lo sbarco dei migranti a Catania dalla Humanity 1 e il sollievo dopo le operazioni con cui in Sicilia si è provveduto ad agire sul caso delle navi arrivate in acque italiane sono il tema delle ultime ore. I media raccontano di cuori mimati con le mani e tanta gioia per il pericolo scampato di dover riprendere il mare. I momenti salienti sono stati quelli della tarda serata dell’8 novembre, con gli ultimi 35 migranti che lasciano, il porto di Catania. La nave da cui sono sbarcati è della ong Sos Humanity, prima di loro erano sbarcati i 200 della Geo Barents di Medici senza frontiere.
Lo sbarco dei migranti dalla Humanity 1
Il disco verde era arrivato dopo l’intervento dei medici del dipartimento di Salute mentale dell’Asp di Catania e dai funzionari Usmaf, l’ufficio ministeriale della Sanità marittima. Fanpage ha anche citato gli “applausi degli attivisti antirazzisti del capoluogo etneo, da giorni in presidio permanente nei pressi delle due navi, tenuti a distanza dalle misure di sicurezza delle forze dell’ordine”. E Till Rummenhohl, capo delle operazioni di Sos Humanity, ha spiegato sempre a Fanpage che “finalmente sono cominciate le operazioni di sbarco e questa attesa ingiustificata”.
“Attenzione anche alla salute mentale”
“Se questo può accadere è solo perché abbiamo chiesto che venissero fatti nuovi controlli sui richiedenti asilo a bordo, con i mediatori culturali e con un’attenzione anche alla salute mentale di queste persone”. A presiedere alle operazioni anche l’avvocato Riccardo Campochiaro, membro del team legale di Humanity 1. Sulla vicenda gravavano due ricorsi che non avranno seguito: uno era rivolto al Tar di Catania e l’altro che eccepiva la legittimità del decreto interministeriale che imponeva l’obbligo di lasciare il porto con le persone a bordo delle navi.
