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Lombardia, Attilio Fontana accusato di autoriciclaggio e falsa dichiarazione in voluntary disclosure

Lombardia

Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, è stato accusato di autoriciclaggio e falsa dichiarazione voluntary disclosure.

Le autorità italiane hanno inviato alle autorità elvetiche una rogatoria necessaria ad approfondire i movimenti del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in relazione al completamento della documentazione inerente al voluntary disclosure.

Attilio Fontana accusato di autoriciclaggio e falsa dichiarazione

La Procura di Milano ha provveduto a iscrivere il governatore lombardo Attilio Fontana nel registro degli indagati con le accuse di autoriciclaggio e falsa dichiarazione in voluntary disclosure.

A contempo, i pm che si stanno occupando delle indagini hanno inoltrato una rogatoria in Svizzera al fine di ottenere ulteriori informazioni sul conto corrente bancario elvetico intestato al presidente per poter “completare la documentazione allegata alla domanda di voluntary disclosure del 2016 presentata dall’avvocato Attilio Fontana” e “approfondire alcuni movimenti finanziari”.

La richiesta di rogatoria inviata dalle autorità italiane a quelle svizzere è stata annunciata, tramite un comunicato stampa, dal procuratore Francesco Greco. In questo contesto, il procuratore ha anche reso noto che la difesa del presidente lombardo si è “oggi dichiarata disponibile a fornire ogni chiarimento tramite presentazione spontanea dell’assistito” o producendo tutti i documenti richiesti.

Le indagini relative al caso dei camici

Al momento, gli inquirenti stanno cercando di chiarire origine e provenienza dei 5,3 milioni di euro presenti sul conto svizzero del governatore protetti con scudo fiscale nel 2015 e scoperti nel corso delle indagini relative al caso “camici”. L’intervento delle forze dell’ordine e la richiesta di collaborazione rivolta alla Svizzera, quindi, risultano indispensabili per decodificare dubbi flussi economici e spiegare la nature di alcune movimentazioni.

L’esistenza del conto è emersa durante le indagini relative al caso dei camici scoppiato nel corso dei primi mesi di pandemia da coronavirus, in Lombardia, e nel quale l’avvocato Attilio Fontana è implicato con l’accusa di frode in pubbliche forniture. Nella vicenda, inoltre, sono coinvolti anche il cognato del presidente e gestore della società Dama, Andrea Dini, e Filippo Bongiovanni, dg di Aria, accusati di turbata libertà nel processo di scelta del contraente.

L’inchiesta, aperta l’estate scorsa, era legata alla compravendita di 75 mila camici e svariati dispositivi di protezione individuale tra la Regione Lombardia e la società Dama, per una cifra superiore al mezzo milione di euro. La scoperta del conto aperto presso la Ubs di Lugano è avvenuta proprio in occasione del bonifico di 250 mila euro che Attilio Fontana era in procinto di far partire dal conto svizzero. La transazione, tuttavia, è stata bloccata dall’Uif della Banca d’Italia, poiché ritenuta sospetta. La fornitura, infatti, era stata trasformata in corso d’opera in una donazione: un simile movimento, allora, aveva allertato le autorità competenti che hanno iniziato a indagare sull’origine del conto svizzero.

La scoperta del conto svizzero

Nel corso delle indagini, gli inquirenti hanno individuato un conto associato a un trust istituito alle Bahamas nel 2005 e attribuito alla madre del presidente lombardo. Sul conto, era stato trasferito il capitale legato a un precedente trust, costituito nel 1997, sempre a Nassau. L’intero importo, pari a oltre 5 milioni di euro, è stato poi trasferito in Svizzera e opportunamente “scudato”.

In collaborazione con la Guardia di Finanza, i pm hanno ricostruito le movimentazioni del conto dichiarato falsamente dormiente, concentrandosi sulle transazioni registrate nel periodo antecedente alla creazione della voluntary disclosure.

Le dichiarazioni degli avvocati del presidente e delle opposizioni

La recente formulazione delle accuse contro il presidente della Lombardia Attilio Fontana è stata commentata dai suoi legali, Jacopo Pensa e Federico Papa, che hanno diffuso una nota stampa nella quale dichiarano: “Il comunicato della Procura della Repubblica dà conto della volontà del presidente Fontana di non lasciare ombra alcuna in ordine alla precedente procedura della volontari, su cui i magistrati intendono fare chiarezza definitiva”.

Sulla vicenda, inoltre, si sono espresse anche le opposizioni che compongono il consiglio regionale. A questo proposito, in particolare, è intervenuto il capogruppo del MoVimento 5 Stelle Massimo De Rosa che ha affermato: “Si tratta dell’ennesimo duro colpo inferto dal centrodestra a trazione leghista all’onore e alla reputazione di questa regione. L’orgoglio dei cittadini Lombardi e ancora una volta umiliato dalle difficoltà di questa giunta, il cui mandato è scandito quotidianamente da scandali, errori e disagi per la popolazione. Riteniamo che il governatore Fontana debba intervenire al più presto in aula per chiarire al consiglio regionale la propria posizione”.