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Piera Aiello: lottando la mafia, ho mentito a mia figlia

Piera Aiello: lottando la mafia, ho mentito a mia figlia

Maria Piera Aiello è una donna che ha combattuto Cosa Nostra. Per 27 anni ha vissuto sotto falso nome, mentendo a sua figlia.

Maria Piera Aiello è deputata del Movimento 5 Stelle, ma prima di tutto è una donna che ha combattuto Cosa Nostra. La sua vita è stata per lungo tempo stretta a filo doppio con la mafia siciliana, fin da quando a 18 anni aveva sposato Nicolò Atria, figlio di Vito, boss di Partanna, in provincia di Trapani. Dopo le elezioni del 4 marzo 2018, Maria Piera è finalmente uscita allo scoperto, affidando al Guardian i ricordi di quei difficili momenti, di come l’opportunità di cambiare vita le sia stata offerta da Paolo Borsellino e delle bugie che ha dovuto dire a sua figlia per proteggere entrambe.

Il matrimonio con Atria

Aveva 18 anni Maria Piera Aiello quando ha dovuto sposare Nicolò Atria. Maria era preoccupata di legarsi a un uomo la cui famiglia era così invischiata nella malavita siciliana, ma, racconta al Guardian, alla fine era stata costretta dalle minacce del futuro suocero, Vito Atria, che le aveva detto che se non avesse sposato suo figlio, lui avrebbe ucciso i suoi genitori. Mentre era in viaggio di nozze, però, appena 9 giorni dopo il matrimonio, suo suocero viene assassinato.

Maria aveva dovuto cedere alle minacce, ma non rinunciò a se stessa, anzi tentò di ribellarsi alla sua famiglia acquisita: prova ad entrare in polizia durante la gravidanza e – nonostante le botte del marito – tenta l’esame di Stato. L’esito è però negativo, ma poco dopo Maria dà alla luce una bimba che chiama Vita Maria.

“Due vite che si accompagnano”

È il 24 giugno 1991 quando anche Nicolò Atria subisce la stessa sorte del padre. Maria ha scritto un libro sulla sua storia, dal titolo ‘Maledetta mafia’ e in esso racconta come stesse vivendo quei giorni: “Ho due vite che si accompagnano da quando, una mattina, la morte mi è entrata in casa. Sono stata la moglie di un piccolo boss di un paese della Sicilia. Poi sono diventata vedova di un mafioso, vestita a lutto come impongono le regole della mia terra, con una bimba di tre anni da crescere e una rabbia immensa nel cuore. È in quel momento che il destino ha messo un bivio lungo il mio percorso: dovevo scegliere quale futuro dare a mia figlia Vita Maria”. Proprio in quel momento Maria Piera Aiello capisce di non volere questa vita, né per sé, né per la sua bambina. Così decide di denunciare, di diventare testimone di giustizia.

Paolo Borsellino

Per compiere questo salto, Maria aveva bisogno di aiuto e lo ha trovato in un uomo che, come lei stessa racconta, l’ha messa davanti a uno specchio e le ha ricordato chi era e quale persona doveva essere. Quell’uomo era Paolo Borsellino. La donna era spaventata, temeva che presto l’avrebbero uccisa, ma il giudice Borsellino la pose sotto scorta e per farla calmare, una volta le disse, sorridendo: “Non ti accadrà nulla, sicuramente morirò prima di te“.

Un incontro che per Maria Piera è stato fondamentale perché ritrovasse se stessa e non solo. Sull’esempio di Maria, anche la cognata, Rita Atria ha denunciato, collaborando con la giustizia. Purtroppo Rita non resse la notizia della morte di Borsellino, nella triste vicenda della strage di Via D’Amelio, del 19 luglio 1992, in cui morirono insieme al giudice anche i 5 uomini della sua scorta. Saputo della morte di Borsellino, Rita Atria si tolse la vita per disperazione.

Sotto falsa identità

Per rifarsi una vita, Maria Piera Aiello ha abbandonato la Sicilia, trasferendosi al Nord. Qui, sotto il falsa identità di Paola, forse in ricordo di quel giudice che le ha aperto gli occhi, ha conosciuto un uomo, con cui si è confidata e si è sentita amata. La donna ha confidato a lui il suo segreto dopo diversi anni e infine l’8 agosto 2000 si sposano. Il celebrante della funzione è don Luigi Ciotti e a farle da testimone è Salvatore Borsellino, fratello di Paolo. Soltanto a una cosa Maria Piera non ha rinunciato del suo passato: il piacere di dipingere. In quei quadri, Maria ha modo di ‘far uscire se stessa’ tanto da firmare i dipinti con il suo vero nome. Un dettaglio che non è sfuggito alle 2 figlie, che le chiedono da dove provenga quel nome diverso da quello con cui sono state abituate a chiamare la mamma, Paola.

“Quella sera ci siamo riuniti tutti in salotto”, ha raccontato Maria Piera al Guardian, aggiungendo: “Alcune settimane prima ero stato contattata da alcuni esponenti dei Cinque Stelle. Mi hanno chiesto di candidarmi in Parlamento. Non ero convinta, ma mia figlia mi ha persuaso. Ha detto che dopo tutto quello che ho passato, questa sarebbe stata un’occasione importante”.

Il 4 marzo 2018 Maria Piera Aiello ha potuto uscire allo scoperto proprio dopo le elezioni. La donna ha combattuto contro la mafia in veste di testimone di giustizia, ruolo che ha deciso di intraprendere grazie all’aiuto e alla fiducia di Paolo Borsellino e per cui si è allontanata dalla sua terra d’origine, la Sicilia, per 27 anni.