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Matteo Bassetti querela Gianluigi Paragone: “Ogni promessa è debito”

Bassetti e Paragone durante la lite tv

Matteo Bassetti querela Gianluigi Paragone: “Ogni promessa è debito, mio padre uomo retto e stimato prima ancora che grande medico e professionista"

Alla fine è successo: dopo la lite televisiva in studio da Massimo Giletti Matteo Bassetti ha querelato Gianluigi Paragone chiosando la sua scelta con un solenne: “Ogni promessa è debito”. L’infettivologo genovese era stato chiamato “figlio di papà” durante una puntata di Non è l’Arena dal senatore ex M5S e leader di Italexit. Bassetti ha dato l’annuncio sulle sue pagine social.

Matteo Bassetti querela Gianluigi Paragone: “Diffamazione aggravata dal mezzo tv”

Ecco come: “Ogni promessa è debito, questa mattina, il mio avvocato Rachele De Stefanis ha depositato la denuncia querela nei confronti di Gianluigi Paragone per diffamazione aggravata”. Nell’annuncio figura anche una foto della persona su cui a detta di Bassetti prenderebbe sostanza l’articolo 595 del Codice penale per diffamazione che il primario attribuisce in querela a paragone: il padre di Bassetti. Perché? 

Paragone querelato da Matteo Bassetti, da Giletti aveva ironizzato sul “lascito” professionale del padre

Perché nel corso dell’ultima puntata di Non è l’Arena condotta  da Massimo Giletti, su La7 Paragone stava duellando con Bassetti ed aveva ironizzato sul fatto di non avere “un padre che mi piazza lì, alla Clinica di malattie infettive di Genova, dove sei adesso”. Tutto questo per buttarla giù più esplicita poco dopo affermando:  “Bassetti è figlio di papà”. Ma Bassetti ha fatto rilevare: “Peccato  che mio padre, purtroppo, sia prematuramente scomparso il 12 settembre 2005 ed io abbia ottenuto la cattedra di malattie infettive a Genova nel novembre 2019, cioè oltre 14 anni dopo la sua morte”. 

Perché Matteo Bassetti querela Gianluigi Paragone: “Mio padre uomo retto e stimato”

Perciò la faccenda è finita ufficialmente “a carte bollate” con la chiosa del primario genovese: “Un atto dovuto non solo per dignità del sottoscritto ma soprattutto per mio padre, un padre retto e un uomo stimato, prima ancora che grande medico e professionista. Non resta che attendere che la giustizia faccia il suo corso”.