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Migranti, Libia: naufragio nel Mediterraneo, si ipotizzano circa un centinaio morti

Morti

Il naufragio nel Mediterraneo, al largo della Libia, di un’imbarcazione con a bordo più di cento migranti ha causato un numero elevato di morti.

Nelle acque del Mediterraneo, al largo della Libia, è stato segnalato un naufragio di migranti che potrebbe aver causato circa 120 vittime: è quanto comunicato da fonti umanitarie intervenute sul luogo della tragedia.

Migranti, Libia: naufragio nel Mediterraneo, si ipotizzano circa 120 morti

La nave Ocean Viking e tre mercantili hanno impiegato le ultime ore nella ricerca di un’imbarcazione che trasportava circa 120 migranti, della quale non si è stati informati fino alla giornata di mercoledì 21 aprile.

Il naufragio era, poi, stato denunciato alle autorità competenti che, stando alla testimonianza fornita da Alarm Phone, hanno impiegato più di un giorno a intervenire, rendendo inevitabili la morte di almeno 100 persone. A questo proposito, infatti, la rete di attivisti ha scritto su Twitter: “Oltre 100 persone uccise a largo della Libia. Una barca con cui eravamo in contatto si è capovolta. Ocean Viking ha trovato corpi senza vita. Tutte le autorità erano allertate, Frontex li aveva avvisati: li hanno lasciati annegare. Per l’Europa, black lives dont’t matter”.

A proposito del naufragio dei migranti, nel pomeriggio di giovedì 22 aprile, SOS Mediterranee aveva spiegato: “Il mare è molto agitato, potremmo trovarci di fronte a una probabile tragedia”.

Nella serata del 21 aprile, invece, sempre Alarm Phone aveva annunciato: “Abbiamo parlato con le autorità libiche. Dicono che non usciranno in mare a causa del meteo. Le autorità di Ue e Libia stanno lasciando morire le persone! Tutto il giorno abbiamo chiesto un intervento, ma hanno rifiutato”.

Nella giornata di mercoledì 21, inoltre, anche altre due imbarcazioni erano salpate dalla Libia alla volta del Mediterraneo. Una di esse, con a bordo circa 100 persone, è stata ricondotta in Libia ma, in questa circostanza, una donna e un bambino hanno perso la vita. La seconda barca, invece, con a bordo una quarantina di migranti, risulta attualmente dispersa.

La testimonianza dell’equipaggio della Ocean Viking

La scoperta del naufragio avvenuto al largo della Libia, inoltre, è stata raccontata dall’equipaggio di Ocean Viking che ha descritto la drammatica vicenda nel seguente modo:

Abbiamo visto almeno dieci corpi e nessun sopravvissuto. Oggi, dopo ore di ricerca, la nostra peggiore paura si è avverata. L’equipaggio ha dovuto assistere alle devastanti conseguenze del naufragio di un gommone a Nord-Est di Tripoli. Mecoledì mattina era scattato l’allarme rispetto a questa stessa imbarcazione con circa 130 persone a bordo. Nelle ultime 48 ore, il network telefonico civile Alarm Phone ci ha avvisato di un totale di tre barche in difficoltà in acque internazionali al largo della Libia. Tutte si trovavano ad almeno dieci ore dalla nostra posizione nel momento in cui abbiamo ricevuto le segnalazioni. Abbiamo cercato due di queste barche, una dopo l’altra, in una corsa contro il tempo con il mare molto mosso, con onde fino a 6 metri.

In assenza di un coordinamento efficace da parte dello Stato, tre navi mercantili e la Ocean Viking hanno cooperato per organizzare la ricerca in condizioni di mare estremamente difficili. Oggi, mentre cercavamo senza sosta – nella totale mancanza di supporto dalle autorità marittime competenti – tre cadaveri sono stati avvistati in acqua dalla nave mercantile MY ROSE. Un aereo di Frontex ha individuato poco dopo il relitto di un gommone. Dal momento in cui siamo arrivati sul posto a oggi, non abbiamo trovato nessun sopravvissuto, ma abbiamo visto almeno dieci corpi nelle vicinanze del relitto.

Abbiamo il cuore spezzato. Pensiamo alle vite che sono state perse e alle famiglie che potrebbero non avere mai la certezza di ciò che è successo ai loro cari.

Questa è la realtà nel Mediterraneo centrale: più di 350 persone hanno già perso la vita in questo tratto di mare quest’anno, senza contare le decine di persone che sono morte nel naufragio a cui abbiamo assistito oggi. Gli Stati abbandonano la loro responsabilità di coordinamento delle attività di ricerca e soccorso, lasciando gli attori privati e la società civile a riempire il vuoto mortale che si lasciano dietro. Possiamo vedere il risultato di questa deliberata inazione nel mare intorno alla nostra nave.