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Mitologia o verità? La storia di Gilgamesh (Re di Uruk)

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Pensato per essere una delle prime forme di letteratura "L' Epopea di Gilgamesh" è una poesia risalente all'età in cui la Mesopotamia rappresentava la culla della civiltà. Scritto su dodici tavolette di argilla, racconta la storia del re di Uruk, (Gilgamesh). Le poesie cominciano in sumerico e so...

Pensato per essere una delle prime forme di letteratura “L’ Epopea di Gilgamesh” è una poesia risalente all’età in cui la Mesopotamia rappresentava la culla della civiltà. Scritto su dodici tavolette di argilla, racconta la storia del re di Uruk, (Gilgamesh). Le poesie cominciano in sumerico e sono datate al 2750 a.c. Il sumero era la lingua parlata nel sud della Mesopotamia. Nominato nelle poesie è Sin-Leqi-Unninni, l’ autore il cui nome significa Dio della Luna.

Il re di Uruk si crede essere un personaggio storico reale, la prima tavoletta descrive la sua amicizia con Enkidu, un uomo mandato dagli dei per contribuire a porre fine insieme a Gilgamesh all’oppressione della città. Il testo li porta in un viaggio a sua madre, la dea Ninsun, e a sconfiggere Humbaba, il guardiano del Monte Cedar. Gilgamesh è impaurito, ma Enkidu gli tiene alto l’umore in battaglia.

Gilgamesh ignora i progressi della dea Ishtar che manda giù il Toro del Cielo e che Gilgamesh e Enkidu uccidono. Per questo gli dei puniscono Enkidu con la morte. Questo termina il primo tempo della storia. Il racconto di Gilgamesh però continua, abbattuto dal dolore, va alla ricerca di Utnapishtim, il segreto della vita eterna. Il suo percorso è pieno di pericoli. Si reca fino alla fine della terra, il Monte Masha passando attraverso il tunnel che nessun uomo ha mai attraversato. Egli viene inviato a un traghettatore per attraversare il mare e in preda ad una rabbia violenta egli distrugge due giganti di pietra, l’unico modo per poter attraversare le acque della morte.

Egli abbatte 300 alberi per creare una barchetta e finalmente trova Utnapishtim, un essere identico a se’ stesso. Utnapishtim racconta la storia di come è diventato immortale dopo una grande inondazione, da cui ha salvato gli animali e la sua famiglia. Egli sfida Gilgamesh a rimanere sveglio per sette notti, come Gilgamesh si addormenta gli viene dimostrato come non possa sconfiggere il sonno, per cui sconfiggere la morte è fuori questione. Il suo viaggio finisce quando scopre che la vita eterna è riservata solo agli dei.

Il ruolo tra uomini e re è messo in discussione; Gilgamesh deve dimostrare che è degno di governare e della conoscenza della vita e della morte, e fino a che punto gli uomini potevano civilizzarsi.

Al crollo di Assiria, l’Epopea di Gilgamesh non è sopravvissuta, solo vaghe favole sono state raccontate nel corso della storia dagli edifici che creò e del diluvio. Nel 1839 Austen Henry Layard, un inglese, scoprì vari frammenti delle prime tavolette di Ninive, una città un tempo situata in Assiria. (nell’attuale Iraq) Il ricercatore della stele di Rosetta, Henry Rawlinson lentamente tradusse il testo utilizzando le antiche strutture persiane e le altre lingue figuranti sulla stele di Rosetta. Oggi ci sono molte traduzioni e adattamenti in tutto il mondo.

Con la traduzione della tavoletta XI nel 1872 è arrivata la sorprendente storia familiare di un diluvio, come nel racconto dell’ Arca di Noè. Questi fatti, il diluvio e Gilgamesh, sono entrambi ampiamente ritenuti veritieri oggi, ci sono infatti prove di questi eventi accaduti nel 5000 a.c. Probabilmente il diluvio (per chi segue una tesi scientifica) è stato dovuto allo scioglimento dei ghiacciai. Più tavolette sono state scoperte durante l’epoca vittoriana anche se la storia rimane ancora incompleta. Ci sono ancora varie tavolette da scoprire per chiudere il cerchio e comprendere la vera natura della figura reale e mitica di Gilgamesh.