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Monza, assessore Pd accusa cane antidroga di essere fascista

Bufera nel consiglio comunale di Monza: cane poliziotto giudicato fascista

A Monza un consigliere Pd chiede delucidazioni sul cane antidroga "Narco della Decima Mas".

Bufera in consiglio comunale a Monza, dopo che il consigliere del PD Marco Lamperti ha richiesto delucidazioni sul nome di uno dei cani antidroga utilizzati dalla polizia locale. Infatti, tra gli aiutanti a quattro zampe del corpo di polizia di Monza, figura anche “Narco della Decima Mas”. Per chi non se lo ricordasse, la Decima Flottiglia Mas era una unità della marina italiana che in seguito all’armistizio dell’8 settembre entrò a far parte dei ranghi dell’esercito della Repubblica di Salò.

I dubbi del consigliere Pd di Monza

Di poco gusto il riferimento alla Decima Mas. Forse non tutti sanno o si ricordano cosa essa abbia rappresentato”, dice durante il consiglio comunale il consigliere Pd Lamberti. In realtà il consigliere leghista Federico Arena, rispondendo all’interrogazione, spiega che il cane è parte dell’organico della Polizia Locale già da un po’ di tempo. E che il nome non gli è stato dato dagli agenti, ma dall’allevamento di provenienza.

La spiegazione

Infatti i cani con Pedigree prendono nel nome l’allevamento di provenienza. Che in questo caso – appunto – si chiama “Decima Mas”, che nel Pedigree diventa una sorta di cognome dell’animale. L’assessore del carroccio ha proseguito l’intervento in modo scanzonato: “ho un goniometro e posso assicurare che in ogni movimento della sua zampa, Narco non fa il saluto romano”. E prosegue il suo intervento dicendo che “abbiamo fatto dei controlli nella sua cuccia e non abbiamo trovato busti di Mussolini.

Il precedente

Non è la prima volta che il nome dell’allevamento causa malumori. Già nel 2016 il sindaco del comune di Albenga rifiutò l’arrivo di un cane antidroga proveniente sempre dall’Allevamento Decima Mas. Rifiuto motivato come “una questione di rispetto della storia del comune”. Il primo cittadino del comune ligure aveva infatti affermato che “se dovessimo prendere un cane antidroga, di certo lo faremmo da un altro allevamento, e non da uno che porta il nome della milizia antipartigiana della Repubblica Sociale Italiana”.