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Mustafa, il bambino siriano che ha commosso il mondo: “Sogno di camminare e andare a scuola”

Mustafa

Mustafa e Munzir. Il bambino siriano e suo padre, protagonisti dello scatto vincitore del Siena International Photo Award, parlano del loro futuro e dei loro sogni.

È la foto vincitrice il Siena international Photo Award, simbolo di lotta contro le avversità e coraggio di affrontare la vita. Parlano padre e figlio protagonisti dello scatto.

Mustafa, il bambino siriano protagonista dello scatto dell’anno: le parole del papà

Lo foto che ritrae un padre senza gamba e suo figlio senza arti, risale in realtà al 2020, ma è risultata vincitrice del Siena Photo Award a settembre 2021. Lo scatto ha fatto il giro del mondo e ha raccolto la solidarietà di molti. Munzir, l’uomo nella foto, attacca però coloro che avevano promesso aiuto, ma poi sono scomparsi nel momento del bisogno: “Viviamo una vita talmente pesante che forse la morte sarebbe migliore, i soldi del sussidio della Mezzaluna Rossa ci bastano a stento per il latte e i pannolini. Ci sono giorni in cui non mangiamo, da tre settimane ci hanno staccato acqua e gas. Sono uno storpio, nessuno mi prende a lavorare. Mustafa ha bisogno di operazioni chirurgiche e di protesi elettroniche. Le ONG ci fanno le foto e poi se ne vanno, dicono che ci stanno aiutando ma non è vero

Mustafa, il bambino siriano protagonista dello scatto dell’anno: la storia dei due

Munzir racconta poi come è rimasto ferito: “Un giorno, nel 2014, ero al mercato della frutta di Maarat e un elicottero ha lanciato un barile bomba. Le schegge mi hanno investito. Sono stato portato d’urgenza in Turchia dove mi hanno amputato la gamba destra”. Si commuove poi a raccontare quello che è accaduto invece al figlio, nato senza braccia e senza gambe: “Abbiamo dei parenti a Khan Shaykhun. Quel giorno avevo delle cose da fare per lavoro quindi ho lasciato mia moglie da loro. La notte mi hanno chiamato dicendomi che c’era stato un bombardamento aereo con armi chimiche. Sono arrivato alle 6 di mattina. Zeynep, che era già incinta di Mustafa, era in ospedale, attaccata alla macchina dell’ossigeno tra pazienti che non riuscivano a respirare e cadaveri. Dopo poco l’esercito ha conquistato la nostra zona e siamo fuggiti al campo profughi di Bab Al Hawa. Ho portato mia moglie dalla ginecologa, che non ci ha detto niente sulle condizioni del feto. Sicuramente aveva capito, però sosteneva di non vedere nulla con l’ecografia…dopo la nascita di Mustafa, i medici ci hanno spiegato che era molto probabile che la malformazione fosse dovuta al gas Sarin. Ci hanno trasferito in Turchia, con la promessa di fare accertamenti. Sono spariti anche loro. Conosciamo altre quattro bambine nate senza braccia e senza gambe.”

Mustafa, il bambino siriano protagonista dello scatto dell’anno: il sogno

“Vorrei vederlo andare a scuola – prosegue Munzir, in riferimento al figlio Mustafa È estremamente intelligente, gli adulti di 40 anni non gli stanno dietro. La sua testa funziona bene, grazie a Dio, usa applicazioni complesse sul telefono, meglio di chi lavora nei negozi di telefonia. Prega da solo. Ogni tanto mi dice che vuole diventare grande per avere le mani e le gambe, gli ho promesso che le avrà.” Infine, accortosi che si stava parlando di lui è lo stesso Mustafa a intervenire e con sicurezza racconta qual è il suo sogno: “Voglio andare a scuola! Voglio salire in macchina e guidare! Andrò all’Università!”