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Neonato morto soffocato, il medico: "Rooming in non obbligatorio e solo in condizioni di sicurezza"

Il "rooming in" e la terribile morte di un neonato

"Il rooming in crea delle condizioni funzionali e psicologiche di connessione tra madre e figlio": un medico sul caso del neonato morto soffocato

Neonato morto soffocato, parla un medico: “Rooming in non obbligatorio e solo in condizioni di sicurezza“. Le parole dell’esperto dopo il terribile decesso in cui il piccolo era stato schiacciato dalla madre addormentata. Il tema è il “rooming in” e a parlarne al Messaggero è Antonio Lanzone, direttore dell’area ostetrica del Policlinico Gemelli di Roma

Neonato morto soffocato parla il medico

La pratica riguarda la possibilità che dopo il parto il neonato stia nella stessa stanza della mamma. Si tratta di un processo di fidelizzazione affettiva importante ma, come spiega Lanzone, “non è obbligatorio e deve essere fatto in condizioni di sicurezza”. E ancora, ha detto il camice bianco: “Il rooming in è una condizione clinica che è stata classificata come best practice nel rapporto madre bambino. Fa parte di tutta una problematica e una sensibilità che debbono essere acquisite per rendere questo rapporto il più veloce e sano possibile”. E ancora: “Crea in sostanza delle condizioni funzionali e psicologiche di connessione tra i due, che sono assolutamente essenziali nel rapporto non solo fisico ma psichico futuro”. 

Il “bonding” e l’allattamento immediato

“Anche il bonding, cioè far attaccare subito al seno della madre il bambino appena nato con il cordone ombelicale non reciso è fondamentale. Il contatto ‘pelle a pelle’ è assolutamente essenziale per lo sviluppo ottimale della relazione madre bambino”. Poi però i discrimini e le condizoni: “Il rooming in prevede che ci sia un accompagnatore. Noi al Policlinico Gemelli di Roma per esempio lo abbiamo realizzato ristrutturando camere singole, per cui l’accompagnatore può dormire con la gestante”. 

“Senza accompagnatore neonato al nido”

E in chiosa: “Quindi può essere fatto tutta la notte, oppure soltanto di giorno. In ogni caso, laddove questa modalità non fosse possibile, ossia nel momento in cui l’accompagnatore non c’è, il neonato viene portato al nido. Un’altra regola basica dei protocolli internazionali sulla sicurezza del neonato prevede che, finito l’allattamento, il neonato deve essere depositato in culla”.