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Nuove aliquote Irpef: cosa succede agli stipendi con la riforma fiscale

Stipendi

Le nuove aliquote Irpef della riforma fiscale prevedono tre scaglioni e risparmi da 60 a 700 euro per i redditi. Ecco cosa cambia agli stipendi.

Le nuove aliquote Irpef della riforma fiscale prevedono tre scaglioni e risparmi da 60 a 700 euro per i redditi. Scopriamo quali saranno i cambiamenti per gli stipendi con la riforma.

Nuove aliquote Irpef: cosa succede agli stipendi con la riforma fiscale

Le nuove aliquote Irpef della riforma fiscale prevedono tre scaglioni e risparmi da 60 a 700 euro per i redditi. Nel testo della riforma si parla di “sistema ad imposta unica” preparando alla flat tax, ma l’intenzione del governo è quella di ridurre gli scaglioni dell’Irpef a tre già a partire dal nuovo anno, per cui la tassazione dovrebbe esordire dal 2024. Prevista anche la revisione delle tax expenditures e l’equiparazione della No tax area per i lavoratori dipendenti e i pensionati. Per le imprese è prevista una riduzione dell’aliquota Ires per chi investe o assume. La riforma dispone anche una graduale eliminazione dell’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive. Presenti anche l’iva azzerata per i beni di prima necessità, lo stop alle comunicazioni fiscali nei mesi di agosto e dicembre e le sanzioni penali attenuate per i contribuenti impossibilitati a pagare e le imprese che collaborano.

Quale sarà l’effetto sugli stipendi? Il Resto del Carlino ha pubblicato due simulazioni sulla base dei dati dei Consulenti del Lavoro e della Cgia di Mestre, con tre aliquote. La prima è al 23% per chi guadagna fino a 15mila euro, al 28% per chi guadagna fino a 50 mila euro, al 43% per chi guadagna oltre 50 mila euro. Nella seconda l’aliquota è al 23% per chi guadagna fino a 28 mila euro, al 33% per chi guadagna fino a 50 mila euro, al 43% oltre i 50 mila euro. Nella prima simulazione si parla di 90 euro in più di tasse per chi guadagna fino a 15 mila euro, 150 euro in più di tasse per chi guadagna fino a 20 mila euro, 100 euro in meno per chi guadagna fino a 35 mila euro l’anno, 1.100 euro in meno per chi guadagna fino a 50 mila euro. Nella seconda simulazione si parla di 60 euro in meno di tasse annue per chi guadagna 15 mila euro, 100 euro in meno per chi guadagna fino a 20 mila euro, 400 euro in meno per chi guadagna 35 mila euro, 700 euro in meno per chi ne guadagna 50 mila.

Nuove aliquote Irpef: risparmi e redditi

I risparmi sono da considerarsi annuali e per raggiungere l’obiettivo serviranno due anni e 5 miliardi, secondo le prime stime del ministero dell’Economia, ma forse anche il doppio. Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, è convinto di trovare con un taglio progressivo delle detrazione. Lo scopo è arrivare a una flat tax per tutti. Intanto c’è quella “incrementale” per i dipendenti, che usufruiranno di un’aliquota ridotta sui redditi aggiuntivi rispetto all’anno precedente. In arrivo anche l’equiparazione della No tax area tra dipendenti e pensionati. Con l’istituzione del concordato preventivo biennale e il rafforzamento dell’adempimento collaborativo cambiano anche le regole della lotta all’evasione fiscale. Nelle bozze si parlava anche di possibile razionalizzazione del numero delle aliquote Iva per renderla più omogenea ai criteri Ue. La delega prevede anche un nuovo sistema fiscale per Comuni, Province e Città Metropolitano.

Il Sole 24 Ore ha spiegato che tra le ipotesi c’è anche quella che accorpa i primi due scaglioni estendendo fino a 28 mila euro di reddito lordo annuo l’aliquota del 23%. Il vantaggio diretto più immediato andrebbe ai redditi fra 15mila e 28mila euro, che oggi occupano il secondo scaglione. I redditi più bassi hanno già l’imposta azzerata o quasi a seconda dei guadagni. Per loro la novità è la promessa di allineare a 8.500 euro la No Tax Area di dipendenti e pensionati. In questo caso si alzerebbe di 500 euro la fascia senza tasse per i pensionati. Sulle sanzioni penali si userà un occhio di riguardo per chi si trova impossibilitato a pagare il tributo per fatti a lui non imputabili. Saranno alleggerite le sanzioni penali connesse al reato di dichiarazione infedele per le imprese che aderiscono alla cooperative compliance e che hanno tenuto comportamenti non dolosi e lo comunicano tempestivamente al Fisco. Ci sarà un’ulteriore riduzione delle sanzioni amministrative per i rischi di natura fiscale comunicati preventivamente.