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Nuovo decreto covid, Salvini: "Non lascio il governo ma non voto a scatola chiusa"

Nuovo decreto covid Salvini

Il no di Salvini al nuovo decreto covid fa traballare il governo e inclina i rapporti con Draghi: "Lo volevamo più coraggioso".

Matteo Salvini non ha ancora ben scelto se stare al governo o all’opposizione. Il suo continuo attacare dall’interno l’esecutivo Draghi e i suoi rappresentanti, si pensi al ministro della Salute Speranza, stanno logorando i già deboli legami di un governo che dovrebbe essere di unità nazionale. La battaglia sul coprifuoco andata in scena nel corso dell’ultimo Consiglio dei ministri, con la Lega che voleva uno spostamento alle 23 e l’esecutivo che invece era fermo sulle 22, ha segnato il primo vero strappo politico nel governo di Mario Draghi. Il risultato della discussione è che Matteo Salvini ha fatto sapere che la Lega non voterà il prossimo decreto covid sulle riaperture, cosa questa che avrebbe notevolmente infastidito il Presidente del Consiglio. Che si sia arrivati ad una rottura definitiva?

Il no si Salvini al nuovo decreto covid

Salvini, come da sua prassi, ha già preso a giocare sulla difensiva, scaricando la responsabilità di un’eventuale modifica dell’assetto della maggioranza nelle mani del Premier stesso. Lo si intuisce dalla sua risposta al Giornale che gli chiede se per caso medita di fare uno scherzetto e lasciare il governo: No, glielo garantisco. Però non votiamo i provvedimenti a scatola chiusa”. E così Salvini continua ad essere sia di lotta che di governo, un po’ strizza l’occhio all’ex alleata Giorgia Meloni, che nel frattempo vola nei sondaggi, e un po’ sollecita il suo elettorato cavalcando l’onda del malcontento per le misure restrittive.

In merito al decreto sulle riaperture, Salvini ha poi aggiunto: “Ho mediato, ma questa volta ha prevalso la linea della sinistra, dei 5 Stelle, di Speranza. Hanno prevalso criteri ideologici, non scientifici”. Nuovi attacchi dunque agli alleati di governo e un decreto che non è stato votato in Cdm. A margine dell’iniziativa, il leader del Carroccio si era così espresso: La Lega non ha votato il decreto perché lo volevamo più coraggioso. Crediamo che gli italiani abbiamo diritto a più fiducia, bisogna correre e curare, curare anche la mente, perché gli italiani non ne possono più”.