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Omicidio Filippone, i medici: "Non presentava disturbi"

Omicidio Filippone

Prima di compiere il duplice omicidio di moglie e figlia, Fausto Filippone aveva ottenuto il posto d'armi. Per lo psichiatra il manager era idoneo.

Si arricchisce di un nuovo particolare il giallo del duplice omicidio di Chieti e del successivo suicidio di Fausto Filippone. Appena cinque giorni prima, il manager 49enne aveva infatti ottenuto il porto d’armi passando senza problemi la visita psichiatrica. Si cerca di capire quindi se il piano per sterminare l’intera famiglia sia stato premeditato, e se Filippone inizialmente era intenzionato ad uccidere tutti e poi a togliersi la vita con un pistola.

Filippone supera la visita psichiatrica

Fausto Filippone forse inizialmente voleva uccidere tutta la famiglia con un’arma. Il manager 49enne aveva chiesto ed ottenuto il porto d’armi a uso sportivo. A far discutere però soprattutto il fatto che Filippone aveva superato senza difficoltà la visita psichiatrica necessaria per poter comperare e possedere un’arma da fuoco come una pistola, e questo appena cinque giorni prima del duplice omicidio-suicidio.

Il Messaggero svela infatti che a dichiarare idoneo Fausto Filippone al porto d’armi è stato uno psichiatra del Centro di salute mentale di Chieti, che ha stilato il referto anche sulla base di un certificato del medico di famiglia dell’uomo. “Non sono in grado di stabilire se ci siano delle responsabilità e non ho intenzione di procedere contro qualcuno, ma mi domando se Fausto poteva essere fermato prima di fare quello che ha fatto” si domanda quindi Francesco Angrilli, fratello della moglie di Filippone.

Stando alle testimonianze, diverse persone e soprattutto i familiari più stretti sembra che si fossero accorti del fatto che il manager aveva da qualche tempo un comportamento anomalo. La sorella di Filippone aveva notato dei cambiamenti nel carattere dell’uomo, soprattutto dopo la recente scomparsa della madre avvenuta una 15ina di mesi fa. Ma a quanto pare anche la piccola Ludovica, la figlia di Filippone lanciata dal cavalcavia dell’A14, aveva notato qualcosa di strano nel padre. Sembra infatti che la bambina avesse disegnato in più occasioni immagini che lascerebbero pensare al fatto che era molto preoccupata per il papà.

Lo psichiatra: Filippone era vulnerabile

Dopo la tragedia di Chieti, la Polizia ha subito precisato che Fausto Filippone “non risultava esser affetto da patologie in genere ed, in particolare, da problemi psichici”. Eppure, lo psichiatra che era sul cavalcavia con i mediatori parla di “una persona con una struttura psichiatrica vulnerabile”. Al Corriere.it Massimo Di Giannantonio, ordinario di Psichiatria all’Università di Chieti, spiega:”Era una persona molto rigida, un perfezionista, molto chiuso e con molte regole che si imponeva di rispettare, uno che dipendeva dal giudizio degli altri e per il quale l’immagine esterna contava molto”.

Il medico rivela inoltre: “Diceva che aveva compiuto dei gesti orrendi senza capirne la ragione. Continuava a guardare di sotto e a scusarsi. Diceva di non capire nel modo più assoluto i motivi per i quali aveva compiuto queste cose tremende. Cose per le quali, comunque, ripeteva, non c’era altra possibilità che farla finita”.

Nonostante questo, un altro psichiatra ha certificato l’idoneità di Fausto Filippone a tenere un’arma in casa con la quale forse inizialmente era intenzionato ad uccidere moglie e figlia. Se fosse così, qualcosa però ha poi fatto cambiare idea al manager, che difatti ha annullato la prova pratica al poligono di Pescara necessaria per ottenere definitivamente la licenza.