> > Omicidio Willy Monteiro, verbali: tutte le bugie e i depistaggi dei fratelli ...

Omicidio Willy Monteiro, verbali: tutte le bugie e i depistaggi dei fratelli Bianchi

Fratelli Bianchi

I verbali inerenti all'omicidio di Willy Monteiro Duarte svelano tutte le bugie e i depistaggi messi in atto dai fratelli Bianchi.

Le bugie e i depistaggi dei fratelli Bianchi sono emerse dai verbali dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte, ucciso a Colleferro lo scorso 6 settembre. Il processo si terrà il 10 giugno e il castello costruito dai fratelli Marco e Gabriele inizia a crollare. Rischiano l’ergastolo.

Omicidio Willy Monteiro: i fratelli Bianchi rischiano l’ergastolo

Sono state tante le bugie e le contraddizioni delle persone che hanno ucciso a calci e pugni Willy Monteiro Duarte, lo scorso 6 settembre a Colleferro. Il 10 giugno si terrà il processo e tutto quello che hanno costruito i fratelli Bianchi in questi mese sta lentamente crollando. Si parte dalla denuncia di uno dei ragazzi arrestati, Francesco Belleggia, secondo cui i due fratelli, esperti di arti marziali, avrebbero mentito su tutto per cercare di scaricare le colpe sugli altri. La Repubblica ha ricostruito tutto il castello di bugie, seguendo gli atti processuali. Willy è stato massacrato di botte perché aveva difeso l’amico Samuele Cenciarelli. Belleggia, nella sua denuncia, ha spiegato che i tre amici dei fratelli Bianchi, Michele Cerquozzi, Omar Sahbani e Vittorio Tondinelli, hanno mentito sia ai carabinieri che al pubblico ministero Luigi Paoletti, dicendo che anche lui aveva colpito il ragazzo. Il gip non è mai stato particolarmente convinto delle loro dichiarazioni e aveva già manifestato i suoi dubbi.

Le contraddizioni e le bugie sono davvero tante. Per la morte di Willy sono stati fermati, accusati di omicidio preterintenzionale, i fratelli Marco e Gabriele Bianchi. Si tratta di due campioni di arti marziali, in particolare della MMA. Sono stati arrestati anche Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. Tutti hanno un’età compresa tra i 22 e i 26 anni e sono tutti di Artena, in provincia di Roma. Quella notte, con due gruppi diversi, avevano raggiunto la movida di Colleferro. I fratelli e Tondinelli si erano recati vicino al cimitero, dove avevano avuto rapporti con tre ragazze. Belleggia e Pincarelli, invece, avevano iniziato a discutere con alcuni ragazzi di Colleferro. Durante la discussione sono stati chiamati anche i fratelli Bianchi, che sono arrivati sul posto e hanno massacrato di botte Willy Monteiro, che era intervenuto solo per difendere un amico.

Omicidio Willy Monteiro: le bugie dei fratelli Bianchi

I fratelli Bianchi, dopo essere stati fermati, sono stati interrogati da Giuseppe Boccarrato, giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Velletri. Fin da subito hanno cercato di scagionarsi. “Io ho spinto Willy perché stava discutendo in gruppo, poi mi sono allontanato. Non ho dato nessun colpo e lo stesso Pincarelli e Belleggia. Willy è caduto con la mia spinta, ma lui si è alzato e poi sono andato via” ha dichiarato Marco Bianchi. Il fratello Gabriele ha dichiarato più meno la stessa cosa, dicendo di aver solo spinto l’amico di Willy e aggiungendo che poi erano arrivati Pincarelli e Belleggia. “Loro c’erano quando Willy è caduto in ginocchio. C’erano tante persone e non ho visto chi ha colpito Willy” ha dichiarato. Pincarelli aveva poi dichiarato che i due fratelli non avevano toccato nessuno, mentre Belleggia stava discutendo con altre persone. Tutti tentativi di depistaggio. Ci sono, però, diverse testimonianze che vanno in contrasto con le loro dichiarazioni. Belleggia è stato l’unico a dire che sono stati i due fratelli a colpire Willy e l’amico. Il ragazzo ha spiegato di avere paura delle conseguenze che possono esserci dopo le sue dichiarazioni. Nonostante questo ha descritto quanto accaduto.

Marco va subito diretto a Willy e gli tira un calcio frontale qui sul petto, Willy sbatte contro la macchina, gli rivà contro” ha spiegato Belleggia. “Gabriele invece mena quell’altro amico suo, gli tirano tutti cazzotti e da lì si crea tutta una ammucchiata” ha aggiunto. “Parlando dopo con gli altri ragazzi ho sentito che Mario Pincarelli dopo che stava a terra gli ha sferrato tutti colpi addosso” ha spiegato Belleggia, che ha ammesso di essere stato ripreso dai fratelli Bianchi sul fatto di non dare il loro nome durante l’interrogatorio dei carabinieri. “Loro sono un po’ così, cioè come posso dì, hanno detto dite che…sennò annamo a finì in mezzo ai guai, però come, cioè… ognuno… io me guardo la vita mia. E penso a ventitre anni a brucià na vita pe colpa de altri non me pare proprio il caso” ha concluso.

Omicidio Willy Monteiro: silenzio e minacce

Le indagini sono durate cinque mesi e ai quattro imputati è stato contestato il reato di omicidio volontario. I due fratelli hanno deciso di non parlare davanti al gip, mentre Pincarelli ha iniziato a fare qualche passo indietro, spiegando di essere stato spinto e di essere caduto in terra insieme a Willy Monteiro. Ha anche dichiarato di non aver nessun rapporto con i Bianchi e di essere solo amico di Belleggia. Ha parlato di uno schiaffo dato al ragazzo, ma ha voluto sottolineare che con uno schiaffo non si uccide nessuno. Ha parlato anche dello scontro tra Belleggia e i fratelli Bianchi, avvenuto prima dell’arrivo degli agenti, che lo avevano invitato a prendersi le proprie responsabilità. Secondo Belleggia si è trattata di una minaccia. “Gabriele ha avuto anche una reazione contro di me. In cui mi scaglia anche delle minacce, dicendo al fratello che appena mi sarei tolto il gesso mi sarabbe venuto lui a cercare personalmente” ha dichiarato.