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Perché la Commissione Ue consiglia di augurare "Buone Feste" e non "Buon Natale"?

Natale

La Commissione Ue ha consigliato di augurare "Buone Feste" invece di "Buon Natale". Ma per quale motivo è arrivata questa richiesta? Scopriamolo insie

La Commissione Ue ha consigliato di augurare “Buone Feste” invece di “Buon Natale“. Ma per quale motivo è arrivata questa richiesta? Scopriamolo insieme.

Buone Feste e non Buon Natale: la richiesta della Commssione Ue

La Commissione Ue ha consigliato di augurare “Buone Feste” invece di “Buon Natale”. Diventa sempre più evidente che il nostro comune vocabolario sta iniziando a cambiare, tanto che si consiglia di non pronunciare alcune parole. Anche il Natale è entrato nel mondo del politicamente corretto. “Guidelines for Inclusive Communication” è un dossier che ha lo scopo di insegnare ai funzionari Ue la nuova lingua inclusiva e non discriminatoria, che inaspettatamente è arrivata a toccare anche il Natale.

Buone Feste e non Buon Natale: i suggerimenti

Il dossier comprende ben 32 pagine di suggerimenti, tutti molto precisi, che coinvolgono completamente il Natale. Lo ha dichiarato Helena Dalli, commissaria maltese per l’Ugugaglianza, che ha specificato che d’ora in poi bisognerà augurare “Buone Feste” e non “Buon Natale”, per essere più rispettosi. Di conseguenza non si potranno più dire frasi in cui si parla del proprio “periodo natalizio“, perché bisognerà sostituirlo con il più generico “periodo delle vacanze“.

Buone Feste e non Buon Natale: le motivazioni

Il motivo di questo vocabolario restrittivo? Portare rispetto per le tradizioni religiose diverse dalle nostre. Bisognerà “essere sensibili al fatto che le persone abbiano differenti tradizioni religiose“. Le reazioni a questa decisione sono state molteplici. In molti hanno voluto ironizzare, altri hanno subito pensato che fosse qualcosa di esagerato e anche un po’ pericoloso. Quando è stata resa pubblica la circolare della Commissione Ue, di Ursula van der Leyen, che doveva rimanere riservata, Bruxelles ha subito precisato di voler semplicemente spingere chi lavora nell’Ue ad avere un linguaggio consapevole. “Dobbiamo sempre offrire una comunicazione inclusiva garantendo così che tutti siano apprezzati e riconosciuti indipendentemente dal sesso, dalla religione o dall’origine etnica” ha dichiarato la commissaria maltese. Ci sono, comunque, tante persone che trovano tutto questo ridicolo e a tratti inquietante.