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Beppe Sala e Luigi Di Maio, botta e risposta sui social

Beppe Sala

"Quando il Ministro Di Maio avrà lavorato il 10% di quanto ho fatto io, sarà più titolato a definirmi 'fighetto'", la replica social di Beppe Sala

“Quando il Ministro Di Maio avrà lavorato il 10% di quanto ho fatto io, sarà più titolato a definirmi “fighetto”. Non ho altro da aggiungere”. Così il sindaco di Milano Beppe Sala ha replicato alle frecciatine rivoltegli dal vicepremier pentastellato. In merito alle chiusure domenicali di negozi e altre attività commerciali, infatti, Luigi Di Maio ha promesso l’entrata in vigore di una legge volta a regolamentare gli orari lavorativi nei weekend e nei giorni festivi. Ma il sindaco di Milano non ci sta: “Se la vogliono fare in provincia di Avellino la facciano, ma a Milano è contro il senso comune”.

E dopo aver detto la sua sul palco di un convegno in Bicocca, ha ricevuto una stoccata da parte del grillino. La risposta di Di Maio, infatti, è arrivata via social a qualche ora di distanza: “Per il sindaco di Milano i diritti delle persone sono una rottura di palle. Nessuno vuole chiudere nulla a Milano né da nessun altra parte”. Quindi, ha concluso definendo Sala “un sindaco fighetto del Pd”.

Beppe Sala

Negozi chiusi la domenica

La proposta di legge del ministro del lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, sulla chiusura dei negozi nei giorni festivi ha fatto molto discutere, dividendo l’opinione pubblica nazionale.

Stando ai primi dati elaborati nei recenti sondaggi, la maggior parte degli italiani sarebbe contraria alla proposta grillina. Tuttavia, Di Maio va avanti con la sua idea. Parlando in una diretta Facebook alla Fiera del Levante di Bari, aveva annunciato che ha intenzione di approvare la legge entro la fine del 2019. La proposta di legge vuole imporre lo stop delle aperture dei negozi e centri commerciali nei weekend e nei festivi “con delle turnazioni”. In tal modo, in ogni giornata festiva, resterebbe aperto il 25% degli esercizi commerciali. Una proposta simile è stata lanciata dagli alleati di governo. I leghisti, infatti, vorrebbero consentire l’apertura dei negozi solo le domeniche di dicembre e altre quattro domeniche o giorni festivi negli altri mesi dell’anno.

Tuttavia, stando a quanto riferito dalla Federdistribuzione, l’associazione che raggruppa centri commerciali e ipermercati, la chiusura di negozi e centri commerciali nei giorni festivi produce un taglio di 400 milioni che vengono spesi ogni anno per pagare il lavoro straordinario di domenica. Inoltre, tale proposta di legge, se dovesse essere attuata, comporterebbe la perdita di circa 40 mila posti di lavoro.