> > Salvini ci ripensa: voglio raddoppiare la scorta a Saviano

Salvini ci ripensa: voglio raddoppiare la scorta a Saviano

Matteo Salvini

Dietrofront di Matteo Salvini in merito alla scorta assegnata allo scrittore Roberto Saviano. "Se gli toccano un'unghia poi è colpa mia", afferma.

“Voglio raddoppiare la scorta a Roberto Saviano che poi se gli toccano un’unghia è colpa mia”, ha annuncia Matteo Salvini nel corso della presentazione del libro di Lilli Gruber. Il ministro dell’Interno sembra quindi aver cambiato idea sull’utilità della scorta allo scrittore, sotto protezione dal 2006 a seguito della pubblicazione del suo primo best seller “Gomorra”, per via delle minacce di morte ricevute dalla camorra.

La polemica sulla scorta

Ad ottobre era trapelata la notizia che la scorta sarebbe stata sostituita con una vigilanza saltuaria, prontamente però smentita dal Viminale che aveva puntualizzato: “Sulla scorta a Saviano non ci sono novità né decisioni di alcun tipo”. Il caso era stato aperto dal leader della Lega nel giugno 2018 quando, ai microfoni di Agorà, Salvini ha affermato: “Saranno le istituzioni competenti a valutare se Saviano corra qualche rischio, anche perché mi pare che passi molto tempo all’estero. – aggiungendo – Valuteranno come si spendono i soldi degli italiani”.

A quel punto era intervenuto l’ex ministro dell’Interno Marco Minniti, oggi in corsa per le primarie del PD. “Le scorte non assegnano né si tolgono in tv. – aveva chiarito – Questi dispositivi di sicurezza per la tutela e la protezione delle persone esposte a particolari situazioni di rischio seguono delle procedure rigorose e trasparenti, che coinvolgono vari livelli istituzionali, e sono state rafforzate dopo l’omicidio Biagi”.

Poi arrivò anche la replica di Roberto Saviano il quale, dopo aver definito Matteo Salvini “Ministro della Malavita”, in un video ha sottolineato:”Vivere sotto scorta è una tragedia e l’Italia è il Paese occidentale con più giornalisti sotto scorta perché ha le organizzazioni criminali più potenti e pericolose del mondo. Eppure, nonostante questo, invece di liberare dai rischi i giornalisti sotto protezione il ministro degli Interni, li minaccia”.