Ci sarebbe solo un aggettivo per descrivere Roberto Formigoni, come riporta l’agenzia Ansa, per chi lo ha visto nelle ultime 24 ore: forte. Dalla giornata di ieri infatti, 22 febbraio, l’ex governatore della regione Lombardia è detenuto nel carcere di Bollate, in seguito alla condanna definitiva a 5 anni e 10 mesi per corruzione. Come dichiarano familiari e amici, Formigoni sarebbe così forte che la sua preoccupazione sia rivolta a chi è fuori dal carcere: “voglio che sappiano che devono essere forti”. Parole di conforto per l’ex governatore sono giunte da diversi esponenti del centrodestra, tra cui Silvio Berlusconi, che, visti i suoi risultati in 20 anni come governatore della Lombardia, si sono detti umanamente dispiaciuti per la vicenda. Esultano invece esponenti del Movimento 5 Stelle come Stefano Buffagni.
Il primo giorno e la prima notte in carcere
L’ex presidente della Lombardia non sembra infatti molto affranto per la sua situazione, presentandosi in mattinata agli operatori del carcere in ordine e ben disposto con camicia, maglione con la zip e pantaloni scuri. Agli operatori del carcere l’ex presidente lombardo assicura di star bene e di essere invece preoccupato per coloro che sono fuori dal carcere ad aspettarlo: “si devono far forza quelli che sono fuori, che sanno tutta la storia: voglio che sappiano che devono essere forti”. Secondo alcune indiscrezioni, Formigoni è stato destinato ad una cella che divide con altri due detenuti italiani con pena definitiva. Secondo quanto si è appreso, l’ex presidente della Regione si trova nel Reparto 1 della casa circondariale di Bollate: un’ala dove risiedono tendenzialmente persone dai 50 anni in su; un ambiente definito come tranquillo, dove le celle sono aperte dalle 8 alle 20 e dove c’è libertà di spostamento in tutta la palazzina.