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Salvini attacca i 5 stelle: "Ministri pagati per lavorare"

salvini di maio

Salvini ha commentato il lavoro del Governo: "I ministri sono pagati per lavorare". Immediata la replica dei pentastellati.

“Io rispondo con i fatti. Questa gente cerca fascisti, comunisti, nazisti, marziani, ma i ministri sono pagati per lavorare”. Così Salvini avrebbe commentato la pagella di governo, chiarendo chi “lavora” e chi invece “polemizza”. La “gente” a cui si fa riferimento sono chiaramente i ministri 5 stelle e il loro leader Luigi Di Maio. Quest’ultimo avrebbe infatti attaccato Salvini sull’alleanza con l’estrema destra tedesca. La risposta del ministro pentastellato non si è fatta attendere: “Da che pulpito viene la predica…”.

Le parole di Salvini

Il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha commentato l’operato dei ministri: “Anche in queste ore una nave Ong che stava arrivando in Italia ha cambiato indirizzo e sta andando da un’altra parte. Vuol dire che l’Italia difende i suoi confini. Mi piacerebbe che tutti i ministri avessero la stessa concretezza, sbloccando cantieri e facendo ripartire opere pubbliche. Se invece di polemizzare si lavorasse di più, l’Italia sarebbe un paese migliore” ha concluso il leader della Lega.

Di Maio: “Salvini nervoso”

“Cosa penso delle parole di Salvini? Non saprei, ultimamente sento i leghisti un pò nervosi – ha spiegato il vice premier Di Maio in relazione a quanto detto da Salvini sul lavoro del Movimento 5 stelle -. Scherzando mi verrebbe da dire: “Da che pulpito viene la predica”, ma la prendo con leggerezza. Sarà stato il momento, non so, non ho nemmeno letto l’agenzia, mi è stato riferito” ha concluso, intercettato da Ansa a Ivrea, a margine di Sum#03. “Questo governo, quando lavora sui fatti, lavora bene. Io lavoro benissimo con Salvini e la Lega. Abbiamo problemi quando parliamo di temi ideologici che a volte sono di ultradestra”.

Anche alcuni parlamentari pentastellati hanno poi voluto commentare il lavoro di Salvini: “Se contassimo le ore che lui passa in giro a dichiarare e a farsi selfie, piuttosto che al ministero, ci verrebbe da sorridere”.