> > Selfie anti-Salvini, le minacce a Valentina: "Ti spezziamo le dita"

Selfie anti-Salvini, le minacce a Valentina: "Ti spezziamo le dita"

Valentina, minacce per il selfie con Salvini

"Tutte le persone, soprattutto quelle del Sud Italia, non devono dimenticare chi è il ministro Salvini e cosa ha detto di noi meridionali".

Non siamo più terroni di me**a?“. Per queste parole, pronunciate durante un selfie, Valentina, studentessa di fotografia e grafica di Baronissi, è diventata il più recente simbolo della protesta contro Matteo Salvini e la sua linea di governo. Durante la sua visita Napoli, ha atteso pazientemente il suo turno e, fingendo di volersi immortalare insieme al vicepremier, ha citato una frase da lui pubblicata in passato sui social. Ma “non l’ho certo fatto per una voglia di notorietà”, ha sottolineato la ragazza ai microfoni di Fanpage. Anche perché, oltre alla stima di molti, ha attirato su di sé anche gli sguardi di chi invece si è eretto a difensore del ministro degli Interni: “Da ieri ho ricevuto una valanga di insulti sul mio profilo. Sulla mia pagina Facebook sono arrivate anche minacce di morte“.

“Ti spezziamo le dita”

Le prime minacce, tuttavia, non sono giunte tramite social, ma sono state pronunciate dallo stesso staff di Salvini. Subito dopo il selfie-beffa, infatti, alcuni collaboratori del ministro, attualmente non identificati, “mi hanno scippato il cellulare, poi mi hanno minacciato dicendomi che se lo avessi rifatto mi avrebbero spezzato le dita“. Lo stesso leader della Lega le ha intimato di cancellare immediatamente il video. A Valentina si sono avvicinati anche alcuni agenti della Digos. Una reazione ingiusta e spropositata, secondo la ragazza: “Non ho offeso né Salvini né il suo partito. Non ho mancato di rispetto a nessuno. Eppure lui ha dato ordine di rimuovere quel video dal mio telefono. Sono una ragazza educata, ma bisogna lottare per i propri diritti e per quello in cui si crede”.

Una protesta per non dimenticare

E uno dei principi in cui crede Valentina è che “tutte le persone, soprattutto quelle del Sud Italia, non devono dimenticare chi è il ministro Salvini e cosa ha detto di noi meridionali. Devono rendersi conto che quando qualcuno prova a manifestare contro il suo pensiero viene censurato, è quello che mi è successo. La manifestazione di protesta che si stava svolgendo poco prima del suo comizio è stata di fatto bloccata. E visto che Facebook ha un enorme potenziale, ho capito che l’unico modo per far sentire la mia voce e ribellarmi ai messaggi xenofobi, omofobi e al clima di dittatura che si respira era quello di fare un’azione dimostrativa come quella che ho messo in atto. Ma non ho fatto altro che ripetere quello che lo stesso ministro aveva scritto”.