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Tangenti, intercettato Diego Sozzani: "Mi inginocchio per tre lire"

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Sozzani intercettato nell'inchiesta sulle tangenti: "Mi inginocchio per chiedere tre lire".

La Procura di Milano ha chiesto l’autorizzazione all’arresto alla Camera per Diego Sozzani con l’accusa di finanziamento illecito nell’ambito dell’inchiesta della Dda che il 7 maggio ha portato all’arresto di 28 persone tra imprenditori, funzionari e politici. Il deputato di Forza Italia è stato infatti intercettato mentre parlava con Daniele D’Alfonso, titolare della Ecol Service Srl, che, stando a quanto appreso dai magistrati, distribuiva soldi ai politici in cambio di appalti. Stando alle indagini, D’Alfonso avrebbe elargito 10 mila euro attraverso una fattura falsa emessa da una società terza.

L’intercettazione con Caianiello

Come riporta Il Fatto Quotidiano, Sozzani si sarebbe anche confidato con Nino Caianiello, considerato il burattinaio del sistema. “Sto cercando i soldi perchè è fatica, credimi. 15 anni fa qualcuno veniva lui da me , a dirmi “se entri in quel partito, cosa posso fare?” – si è confidato -. Adesso non si può più mettere la mani. Mi inginocchio per chiedere tre lire“. Tutte le intercettazioni sono contenute nelle pagine di atti depositati al Riesame.

Rinviata l’udienza

L’udienza davanti al Gip di Milano sulla richiesta di poter utilizzare quattro conversazioni intercettate a carico del deputato sarebbe stata rinviata all’11 giugno per un motivo tecnico. L’avvocato Massimo Di Noia, difensore di Sozzani, ha infatti comunicato al giudice non essere riuscito ad ascoltare le registrazioni per motivi tecnici. L’udienza coinvolge non solo Sozzani ma anche Caianiello e Mauro Tolbar. I pm indicano negli atti una serie di conversazioni che “irrobustiscono le esigenze cautelari” giustificando così, a parer loro, la necessità dell’arresto del deputato.