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Errori nei verbali delle elezioni, Lotito vicino al Senato

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Lotito vicino alla carica di senatore? Dopo 15 mesi le indagini sono quasi terminate e sembra essere vicina la svolta.

La vicenda politica di Claudio Lotito, presidente della Lazio, era iniziata a seguito dello spoglio dei voti relativi alle elezioni politiche del 4 marzo 2018. A quella data Lotito era infatti pronto a diventare una Senatore della Repubblica, occasione che aveva poi perso per uno scarto di pochissimi voti. Fin dalle ore successive allo spoglio, però, erano state segnalate presunte irregolarità nei verbali, fatto che ha spinto Lotito ad andare a fondo. A detta del patron della nota squadra di serie A, gli errori avrebbero condizionato i risultati delle elezioni, precludendogli la carica di senatore. Sulla vicenda è stata condotta un’accurata indagine, e ora, 15 mesi dopo, Lotito sembra davvero vicino al Senato. Al momento è stato esaminato il 79% del materiale e irregolarità sarebbero emerse nell’attribuzione dei voti a Forza Italia.

Vicino al Senato

Se la candidatura di Lotito andasse a buon fine, anche se con un anno di ritardo, il numero uno biancoceleste diventerebbe il terzo ad assumere una carica politica arrivando dal mondo del calcio. E’ infatti già successo a Cosimo Sibilia, presidente della Lega nazionale Dilettanti e ad Adriano Galliani. Da parte sua, Lotito mette a freno gli entusiasmi su qualsiasi possibile esito, ricordando che è stato Clemente Mastella a consigliargli di presentare ricorso: “Non so ancora nulla su quello che sta succedendo nelle indagini della Giunta, mi auguro che il ricorso vada a buon fine ma nessuno può dire di avere notizie certe in merito. Non voglio espormi senza essere sicuro di quello che accadrà”.

L’idea della carriera politica

Sono stato stimolato da amici a candidarmi e a fare ricorso dopo i dubbi sulla validità dei verbali” ha raccontato in un’intervista. “L’ho fatto per il bene comune come qualsiasi cosa che faccio, questo è risaputo. Il mio modello è il rispetto dei doveri come l’uomo giusto e saggio. Mi ispiro alla Repubblica di Platone – ha continuato -. Serve una politica economica salda e meno virtuale, c’è troppa comunicazione fine a sè stessa”.