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Tav, Salvini schiera 500 poliziotti: "Un modo per accendere la miccia"

salvini tav

"L'ultima volta che siamo andati a Torino per un servizio del genere, il 3 luglio 2011, ci siamo trovati di fronte scene di guerra e terrorismo".

Danilo Toninelli continua a ribadire la sua posizione contro la Tav, In una diretta Facebook, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha rivelato: “Un progetto vecchio prima ancora di vedere la luce. Gli esperti lo hanno fragorosamente bocciato perché non porta benefici nemmeno nel lungo periodo”. Il ministro ritiene che la Tav “era, è e rimarrà inutile”. Infine, precisa che “l’analisi costi-benefici non è stata affatto inutile o superflua come qualcuno ha accusato”. Salvini, nel frattempo, si prepara a schierare 500 poliziotti in Val di Susa in vista della manifestazione di sabato 27 luglio. Inizia lo scontro con il sindaco di Venaus.

Tav, tensione Salvini-Venaus

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini si prepara per la manifestazione no Tav di sabato a Torino. Ai giornalisti rivela che “la mia priorità è mandare 500 uomini lì per evitare che provochino disastri”. Il vicesindaco di Venaus, però, commenta i timori del vicepremier con queste parole (riportate da Adkronos): “Oggi inizia il festival dell’alta felicità fino a domenica. Non vedo violenza, nessun atteggiamento che possa lontanamente ricordarla”. Il vero problema, rivela, è “l’atteggiamento di barricata di sabato”. Infatti, “molti sono interessati a vedere coi propri occhi un pezzo di Italia militarizzato al quale nemmeno tutti i coltivatori che lì hanno le vigne possono accedere. C’è l’interesse a capire meglio con mano l’oggetto del contendere. Ci si avvicinerà all’area del cantiere per prendere visione di quello che è, senza entrare. Sarà una passeggiata a fini conoscitivi“.

La manifestazione

Riguardo la manifestazione di sabato, invece, “non potrò partecipare in prima persona”. Ma “di certo rispondere alla volontà di avere un dialogo con uno scudo di 500 poliziotti è il modo per innescare la miccia. Lo Stato non ha volontà di riconciliarsi con il movimento popolare di una zona lacerata dalla Tav da 30 anni. Noi ci abbiamo provato, inutilmente. Lo Stato, dal canto suo, spende 90 mila euro al mese solo per la sicurezza del cantiere”.

Quel 3 luglio 2011…

Infine, il presidente del sindacato “Italia Celerè”, Andrea Cecchini, parla per Adkronos: “L’ultima volta che siamo andati a Torino per un servizio del genere, il 3 luglio 2011, ci siamo trovati di fronte a orde barbariche, centri sociali agguerriti che hanno messo in atto vere e proprie scene di guerra e terrorismo. Io stesso ne uscii con lesioni guarite in tre mesi, e come me altri 80 colleghi”.

Auspicando una situazione differente, il presidente del sindacato intende dire “prima al ministro dell’Interno e poi a quello delle Infrastrutture di mandare i loro politici invece che i poliziotti ai quali non rinnovano nemmeno il contratto e a cui non danno tutele e strumenti idonei a fronteggiare le loro guerre. Otto anni fa siamo stati usati dallo Stato per tutelare la loro scelta politica e poi abbandonati quando, di fronte a magistrati e avvocati al soldo dei politici, siamo rimasti soli a testimoniare nell’aula bunker di Torino come fossimo noi i delinquenti”.