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Zingaretti alla Festa de l'Unità, cocktail giallo-rosso per il governo

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Alla Festa de l'Unità di Milano Nicola Zingaretti parla del futuro del governo, ricevendo un cocktail giallo-rosso come segno di buon auspicio.

Dalla Festa de l’Unità tenutasi a Milano nella giornata del 13 settembre, il segretario del Pd Nicola Zingaretti parla del futuro del governo ricevendo come segno di buon auspicio un simbolico cocktail giallo-rosso. Nel suo intervento Zingaretti affronta numerose tematiche, tra cui la netta differenza di questo esecutivo con quello precedente e l’imminente cancellazione della flat-tax.

Zingaretti alla Festa de l’Unita

Nel corso della manifestazione, il segretario del Pd ha spiegato perché questo governo giallo-rosso sia da considerare come un taglio netto rispetto al passato, a partire dall’ormai abolita figura del vicepremier: “Io ho combattuto per non avere il vicepremier dentro questo governo, anche se forse l’avrei potuto fare io. Ma perché era sbagliato il modello dell’avere delle differenze e stare dentro una compagine per rappresentarla in maniera cristallizzata”.

Zingaretti ha poi proseguito parlando dei provvedimenti che presto verranno cancellati, come la celebre flat-tax di salviniana memoria: “Un governo va bene se nel programma, nei contenuti, è un governo di svolta rispetto a quello che c’era. E quindi mette al centro il lavoro e le tasse, cancellando la vergogna della flat-tax come ha detto oggi il nuovo ministro dell’Economia. E li abbiamo iniziato a praticare quell’unità nel pluralismo”.

Il pericolo dei nazionalismi

Il Presidente della Regione Lazio ha inoltre ricordato lo scarso risultato ottenuto dai partiti nazionalisti e sovranisti alle scorse elezioni europee: “Malgrado tutti dicessero ‘C’è una valanga che non si può fermare e che porterà i nazionalisti al governo dell’Europa’ noi abbiamo combattuto. Tanto che oggi il presidente del Parlamento Europeo non è Marine Le Pen ma David Sassoli, un democratico, che ha vinto grazie al voto degli europei”.

Una perfomance in negativo, quella dei sovranisti, che secondo Zingaretti si è riflessa anche sulla tenuta del cosiddetto governo giallo-verde: “Ma soprattutto avevamo ragione noi nel dire che il governo giallo-verde a guida Salvini non aveva futuro, perché basava la sua politica sulla cultura dell’odio. L’esasperazione di quella politica avrebbe creato in questo Paese un disastro. Io credo che, dentro la crisi di quel governo, quel di più di propaganda alla fine voleva nascondere una cosa: che quel modello politico stava portando l’Italia, la sua economia, la sua condizione del lavoro e il suo bilancio al disastro. E alla fine quella comunità non ha tenuto”.

La polemica sui toscani nel governo

Nel suo discorso, Zingaretti trova inoltre un attimo di tempo per parlare della polemica sull’assenza di politici toscani all’interno del governo: “Non c’è stata però nessuna forma di discriminazione politica e chi mi conosce sa che questa è l’ultima delle cose che io o praticato nel corso della mia vita. Purtroppo, sui numeri 18, tra il numero delle regioni italiane, il numero dei criteri della rappresentanza di genere, il numero del pluralismo politico ci sono stati dei problemi che affronteremo valorizzando chi si sente più marginalizzato o non rappresentato. Ma non si tratta in alcun modo di forme di discriminazione politica che in questo momento non hanno bisogno di esistere”.

Una situazione che secondo alcuni celerebbe un messaggio nei confronti della componente renziana del Pd, come osserva velatamente anche Maria Elena Boschi interrogata da La Repubblica: “Da toscana sono dispiaciuta che non ci sia alcun toscano al governo. Spero che non sia semplicemente un modo per colpire Renzi e il nostro gruppo perché non credo sia giusto e non se lo meritino i cittadini della nostra regione”.