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Riforma della Giustizia, nodo prescrizione: Bonafede incontra Orlando

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Dopo la bocciatura della richiesta di autorizzazione all'arresto di Diego Sozzani, la norma sull'abolizione della prescrizione rischia di saltare.

Sul tavolo del nuovo governo giallorosso la riforma della Giustizia, ritenuta “epocale” dal M5S e “acqua fresca” dalla Lega. Pentastellati e dem devono però trovare un’intesa sulla norma che farebbe scattare il 1 gennaio 2020 l’abolizione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado. Alfonso Bonafede incontra così il suo predecessore Andrea Orlando.

Il nodo prescrizione

“Come ho già detto in seguito alla conferma nel ruolo di ministro della Giustizia, se la prima volta è stato un atto di fiducia nei miei confronti, questa volta è il riconoscimento del lavoro fatto in quattordici mesi da tutta la squadra che mi affianca giornalmente” sottolinea Alfonso Bonafede dopo la nomina dei suoi due sottosegretari Andrea Giorgis e Vittorio Ferraresi.

Il ministro della Giustizia dovrà ora confrontarsi con il PD riguardo a quella riforma che Matteo Salvini aveva bollato come “acqua fresca” mentre il M5S la ritiene “epocale”. “Una riforma della Giustizia che sanziona i magistrati che perdono tempo e che riduce drasticamente i tempi dei processi civili e penali rilanciando investimenti e crescita” aveva assicurato Luigi Di Maio.

Sul tavolo in particolare l’abolizione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, che entrerà in vigore a partire dal 1 gennaio 2020 salvo intese con i dem. Anche il 14 agosto 2019, in occasione del primo anniversario della tragedia del ponte Morandi, Bonafede aveva ribadito: “I cittadini hanno diritto alla verità e alla giustizia e non accettano che la tagliola della prescrizione possa creare isole di impunità”.

Serve intesa con PD e Renzi

La bocciatura della richiesta di autorizzazione all’arresto del deputato di Forza Italia Diego Sozzani rischia però di ostacolarne il percorso, perché ora il M5S dovrà trovare un accordo anche con i renziani di Italia Viva. Ecco perché il capogruppo democratico in commissione Giustizia, Alfredo Bazoli, vorrebbe rinviare l’entrata in vigore di quella norma. “Il cammino sarà in salita perché noi siamo saldamente ancorati a garanzie e diritti, mentre loro su questo sono meno attenti” confida al Corriere della Sera.

In attesa di capire in quale direzione muoversi, Alfonso Bonafede ha nel frattempo ha avuto un faccia a faccia con Andrea Orlando, vicesegretario del PD nonché suo predecessore a via Arenula. Pare che l’incontro sia iniziato con il piede giusto.