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Chi è Gaetano Manfredi, ministro dell'Università e Ricerca del governo Conte bis

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Rettore dell'università di Napoli Federico II, Gaetano Manfredi è stato nominato nuovo ministro dell'Istruzione con delega a università e ricerca

Nella conferenza stampa di fine anno, il 28 dicembre Conte ha annunciato la nomina di Gaetano Manfredi come nuovo ministro dell’Istruzione con delega a università e ricerca.

Chi è Gaetano Manfredi?

A breve 56enne, Gaetano Manfredi è al secondo mandato come presidente della Conferenza dei rettori delle università italiane.

In gioventù frequentò il liceo classico, per poi iscriversi alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Napoli Federico II. In seguito alla laurea conseguita con 110 e lode, ottenne il ruolo di dottore di ricerca in ingegneria delle strutture e una borsa di studio post-dottorato nel 1994.

Dal 1995 al 1998 svolse l’attività di ricercatore in tecnica delle costruzioni, divenendo poi professore associato per i due anni successivi. Nel 2000 ottiene il riconoscimento di professore ordinario proprio all’Università di Napoli Federico II, del quale ora è rettore. Il suo mandato è in quasi al termine, scadendo il 31 ottobre 2020.

Dopo la nomina, Gaetano Manfredi ha dichiarato:”Se mettiamo al centro la qualità delle persone non possiamo sbagliare. E’ la strada che intendo percorrere: su questo a volte mi si considera un po’ rigido, ma è un tema su cui non faccio negoziati”.

Ritrovatosi in una situazione alquanto particolare ha confessato che “in condizioni sicuramente complicate cercherò di fare il massimo per il nostro sistema”. All’interno delle proposte pone al centro l’università come fattori di sviluppo e di ricerca. Inoltre in essi vede un forte valore unificante. Infatti la sua ambizione è che “i giovani abbiano le stesse opportunità in qualunque parte d’Italia”.

Già finito sotto i riflettori della politica nel 2016 e fratello di un parlamentare Pd, al tempo negò una sua possibile carriera politica, dichiarando:”Io quando sono a Roma sono attento a non essere romano. Lì il rischio, il mio timore, è essere inglobato in una Roma politica e autoreferenziale. Noi abbiamo bisogno d’altro, di antidoti alla sete di potere“.