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Incontro Conte-Erdogan: "Lavoriamo per una tregua duratura in Libia"

Incontro Conte Erdogan

In un incontro ad Ankara, Conte ed Erdogan hanno ribadito la necessità una tregua. Saltato il vertice tra Haftar e Al-Serraj.

Mentre Haftar e Al-Serraj avrebbero dovuto vedersi a Mosca per negoziare la tregua con Putin, Giuseppe Conte è volato ad Ankara per un incontro con il presidente turco Erdogan. Nella conferenza stampa congiunta a termine del bilaterale, i due leader si sono detti concordi a lavorare perché il cessate il fuoco in Libia sia il più duraturo possibile.

Al-Serraj firma, Haftar rinvia

Bisognerà attendere almeno fino alla mattinata di martedì 14 gennaio per sapere se il generale Haftar firmerà l’accordo sulla tregua in Libia. Lo ha annunciato Lavrov, ministro degli Esteri russo, precisando che sul documento è già stata posta, invece, la firma del presidente Al-Serraj.

Incontro Conte-Erdogan

Il presidente turco ha dichiarato di aver apprezzato gli sforzi che l’Italia ha fatto per raggiungere la tregua, affermando di essere in stretto contatto con il nostro premier che ha definito “un caro amico“. Ha poi specificato che nel colloquio hanno parlato anche della Siria e delle relazioni bilaterali, menzionando il vertice in programma il 19 gennaio 2020 Berlino in cui entrambi presenzieranno insieme al capo del Cremlino. Ha poi lasciato aperta la possibilità di una presenza “da osservatori” delle Nazioni Unite in Libia.

Dal canto suo Conte ha ribadito di aver condiviso con Erdogan l’urgente necessità di porre fine all’escalation sul terreno libico per garantire un cessate il fuoco duraturo. Ha infatti spiegato i rischi in cui si incorrerebbe se la misura non fosse inserita in uno sforzo della comunità internazionale tutta.

Ha poi proseguito rivolgendo un appello a tutti i libici. “Se volete un futuro di prosperità e benessere e volete aprirvi alla vita democratica troverete sempre nell’Italia un alleato“. Ha infine menzionato anch’egli la conferenza di Berlino alla quale saranno presenti anche gli attori della Libia. Ha infatti ribadito con forza la necessità di parlare di quello stato con un approccio inclusivo.

Salta incontro tra Haftar e Al-Serraj

Il generale Khalifa Haftar e premier libico riconosciuto Fayez Al-Serraj erano attesi a Mosca per negoziare la possibile tregua. Il faccia a faccia è però saltato perché, secondo quanto riferito dal capo dell’Alto consiglio di Stato Khaled al Mishri, Al-Sarraj avrebbe rifiutato il colloquio diretto con il generale e accettato di negoziare solo con russi e turchi.

L’accordo avrebbe previsto il ritiro senza condizioni delle forze che sostengono entrambi i leader e il loro ritorno nelle caserme. Non senza la loro consegna delle armi. Le responsabilità nella guida del Paese inoltre sarebbero condivise tra il governo di accordo nazionale da una parte e Haftar dall’altra. Sarebbe poi dovuto spettare a quest’ultimo la garanzia della sicurezza dei pozzi petroliferi e la lotta alle organizzazioni terroristiche, sempre però in coordinamento con Al-Serraj. Ci sarebbe infine stata una supervisione internazionale sui confini marittimi e terrestri del Paese.

Di Maio sulla situazione in Libia

Luigi Di Maio ha rilasciato delle dichiarazioni dalla Tunisia, dove si è recato per incontrare il Presidente Said. Il ministro degli Esteri ha precisato che in Libia “non può esserci una soluzione duratura e stabile senza il coinvolgimento dei Paesi vicini come Tunisia e Algeria“. Ha infatti spiegato che proprio lo stato tunisino debba avere un ruolo centrale alla conferenza di Berlino, al tavolo con tutti gli attori della crisi.