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Chat magistrati, Palamara: "C'era anche quella me*da di Salvini"

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Nelle presunte chat dei magistrati contro Salvini ompaiono anche le parole di Palamara, uno dei tanti a esprimere dubbi sul suo processo.

Ci sono anche -e soprattutto- i messaggi di Luca Palamara, già indagato per corruzione, tra le presunte chat tra magistrati che avrebbero avuto lo scopo di attaccare Matteo Salvini, chiamato a rispondere in tribunale dell’accusa di sequestro di persona. Questo quanto avrebbe scritto il pm romano in uno scambio tra colleghi su WhatsApp di cui ha dato notizia per primo La Verità: “C’è anche quella me*da di Salvini, ma mi sono nascosto“. Il messaggio farebbe parte di una conversazione con l’ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (presieduta in passato dallo stesso Palamara) Francesco Minisci.

Chat magistrati: le parole di Palamara

Stando a quanto riportato dal quotidiano, l’obiettivo dei magistrati sarebbe stato quello di attaccare l’ex Ministro dell’Interno nonostante a loro detta la ragione fosse dalla sua parte. “Siamo indifendibili, mi dispiace dover dire che non vedo dove Salvini stia sbagliando“. Erano di questo tenore i ragionamenti tra coloro che dovrebbero assicurare un’applicazione della legge uguale per tutti e che invece, proprio in merito al processo intentato a Salvini, avrebbero cercato dei modi per attaccarlo nonostante “non capisco cosa c’entri la Procura di Agrigento dal punto di vista tecnico“.

Tienilo per te ma sbaglio?“, aveva poi chiesto l’autore del precedente messaggio a Palamara. Il quale, sempre secondo l’inchiesta de La Verità, aveva risposto dandogli ragione ma esprimendo la necessità di opporsi comunque al leader leghista. “In ogni caso è una cazzata atroce attaccarlo adesso. Perché tutti la pensano come lui. E tutti pensano che ha fatto benissimo a bloccare i migranti che avrebbero dovuto portare di nuovo da dove erano venuti“, avrebbe continuato il capo della Procura di Viterbo.

Anche in un altro scambio con Renato Panvino, ex capocentro della Direzione Investigativa Antimafia di Catania, Palamara sembrerebbe lasciar intendere che l’iniziativa della procura di Agrigento di aprire un’indagine fosse un atto non propriamente giustificabile.