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Referendum taglio parlamentari favorevoli e contrari: le posizioni dei partiti

Referendum taglio parlamentari favorevoli e contrari, le posizioni dei partiti

Il referendum sul taglio dei parlamentari divide i partiti tra favorevoli e contrari alla riforma: come sono composti gli schieramenti?

Alcuni partiti hanno preso una posizione netta in relazione al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari del prossimo 20 e 21 settembre, mentre altri non hanno dato alcuna esplicita indicazione ai propri iscritti su cosa votare. Come si compongono i due opposti schieramenti?

Referendum per il taglio dei parlamentari: le posizioni dei partiti

La legge è stata approvata da entrambi i rami del Parlamento con 553 sì: Camera e Senato hanno dunque dimostrato un grande consenso fra maggioranza e opposizione, ma molti parlamentari ora hanno cambiato opinione e si sono apertamente schierati a sfavore della riforma.

I partiti favorevoli

A guidare il fronte del sì è il Movimento Cinque Stelle, che del taglio dei parlamentari ha fatto la sua bandiera. L’ex leader Luigi Di Maio ha sempre inteso il taglio come una “sforbiciata” che non intacca il funzionamento delle Camere e che per questo si differenzia dal referendum del 2016.

Allo stesso modo una parte del centrodestra, formata da Lega e Fratelli d’Italia, ha confermato il proprio appoggio, sebbene alcuni esponenti dei due partiti abbiamo manifestato malumori. Infatti, delle 71 firme presentate dai senatori per richiedere il referendum (42 di Forza Italia-UdC, 10 del Misto, 9 della Lega, 5 del Pd, 2 a testa per Italia Viva e M5S e un senatore a vita) alcune appartengono proprio a questi partiti. Tuttavia il leader della Lega Matteo Salvini ha apertamente difeso la riforma: “Abbiamo votato per quattro volte per il taglio dei parlamentari e non cambiamo idea adesso”.

All’interno di Forza Italia cresce il fronte del no sebbene la linea del partito ufficialmente sia vicino agli alleati.

I partiti contrari

Il Partito Democratico, dopo aver espresso parere contrario per ben tre volte, nell’ultima votazione ha votato a favore affinché fosse garantita la tenuta del neonato governo giallorosso. L’area centrista e moderata formata da +Europa e Azione è compatta per il no. Infine, Italia Viva, il partito di Matteo Renzi, ha lasciato libertà di manovra, sebbene alcuni parlamentari si siano schierati per il no.