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Attentato a Nizza, Viminale: "Adesso più rimpatri e controlli"

attentato di nizza, la foto del killer

L'attentatore di Nizza era sbarcato a Lampedusa qualche giorno prima del gesto. Il Viminale promette controlli.

L’attentato terroristico a Nizza, come quello seguente di Vienna, hanno portato il Ministro degli esteri Luigi Di Maio a una dichiarazione, fatta sul suo post di Facebook. “In meno di una settimana più di due attentati terroristici hanno sconvolto l’Europa. Sono stati colpiti Paesi con i quali condividiamo molto, tutto, anche i confini. Ognuno di voi avrà pensato che avrebbero potuto colpire anche in Italia. Il terrorista di Nizza era sbarcato a Lampedusa, gli attentatori austriaci hanno agito per uccidere. E hanno ucciso in modo violento, indiscriminato”. In concomitanza con le parole del Ministro degli Esteri, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha convocato per le 13 di martedì 3 novembre una riunione del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Attentato a Nizza: “Più rimpatri”

Come hanno spiegato fonti del Viminale a TPI, “si è parlato soprattutto del problema del killer di Nizza, il tunisino sbarcato in Italia, non segnalato, sfuggito alle maglie dei controlli. E ovviamente sono state fatte delle analisi sul fatto che la rete di questa persona fosse principalmente in Italia ma aveva appoggi anche in Francia”.

“C’è un’interlocuzione con i tunisini per capire come mai non avessero segnalato questa persona, sfuggita alle maglie dei controlli anche perché non ci sono abbastanza voli di rimpatrio” hanno continuato dal Viminale. “Se ci fossero, verrebbero rimpatriati anche quei migranti economici che sfuggono alle maglie del controllo antiterrorismo. Il killer di Nizza è sceso a Bari con altri tunisini, alcuni con precedenti, altri con condanne registrate, altri con segnalazioni dei servizi segreti, tutti inviati nel Cpr per il rimpatrio in Tunisia. Brahim Aoussaoui aveva solo il foglio di via. Adesso siamo arrivati ad avere 3 voli a settimana, ce ne vorrebbero di più, il governo tunisino non ne autorizza altri perché devono combattere contro l’opinione pubblica interna: molti migranti tunisini sono figli, nipoti, amici degli amministratori stessi. Il governo tunisino non ha mai autorizzato una nave per i rimpatri, ad esempio, perché per l’opinione pubblica è inaccettabile. Con le navi potremmo rimpatriarne 800″.

“Stiamo affrontando problema di sicurezza nazionale”

“Stiamo entrando in un problema di sicurezza nazionale, molto più stringente, e oggi è stato convocato il comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, il capo della polizia Gabriellli ha già chiesto l’intensificazione dei controlli con militari alle frontiere alpine e l’attenzione del ministro Lamorgese è completamente dedicata a questo”, hanno continuato le stesse fonti.

Infine: “Il livello di attenzione è già aumentato, non si esplica solo con i poliziotti per strada ma anche con gli analisti che monitorano i movimenti delle persone attenzionate. I due attentati si sono messi in moto contro obiettivi comuni: una chiesa di Nizza e una comunità di Vienna. Potevano essere a Berlino, a Milano, a Londra, è il popolo europeo a essere sotto attacco. È un affare nostro perché come italiani siamo esposti sul fianco sud, e abbiamo anche il problema del primo arrivo: a Lampedusa bisogna essere sempre più rigorosi. Servono molti più controlli, anche per le segnalazioni”.