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Ponte Morandi, ex portiere del Cagliari: salvo grazie a Dio

Davide Capello

Davide Capello, ex portiere del Cagliari e della nazionale Under 20, era sul ponte Morandi quando è crollato, ma è rimasto miracolosamente illeso.

A un mese dalla tragedia Davide Capello, ex portiere del Cagliari, rivive il momento del crollo del ponte Morandi. L’ex della nazionale Under 20, oggi vigile del fuoco, pur facendo un volo di trenta metri con la sua auto è rimasto miracolosamente illeso. Anche per questo ammette di “ringraziare Dio ogni giorno”.

Davide Capello miracolosamente illeso

“Prima ho sentito un rumore, poi è crollato tutto. Sono un miracolato, stavo andando a Genova, ero sul ponte. Ho sentito un rumore, poi il crollo. Trenta metri di volo e poi l’auto si è incastrata tra le colonne e le macerie” raccontava subito dopo il collasso del ponte Morandi Davide Capello, ex portiere del Cagliari. Il 30enne, oggi vigile del fuoco, non ha riportato però neanche un graffio e per questo aveva immediatamente detto di essere “un miracolato”. A Sky Tg24 aveva spiegato: “Percorrevo spesso quella strada, una delle più trafficate d’Italia. Ho visto la strada sprofondare, è stato uno spavento enorme. Non so come la mia macchina non sia stata schiacciata”.

Ad un mese dal crollo del viadotto Polcevera, Davide Capello sembra aver dato una spiegazione (e un senso) a quanto avvenuto e al fatto che sia rimasto illeso, tanto da ammettere: “Ringrazio tutti i giorni Dio per avermi dato la possibilità vi vivere la mia storia”. Ai microfoni di Tgcom24 aggiunge: “Ogni giornata per me è diversa, è bella. – aggiunge – Mi alzo con un altro spirito. Cerco di affrontare la vita con un altro piglio, sicuramente tante cose passano in secondo piano”. “A un certo punto ho sentito un rumore e ho visto crollare l’asfalto e le macchine attorno a me sparire nel vuoto. – ricorda l’ex della nazionale Under 20 – Mi sono poi ritrovato a scendere con il muso della mia macchina verso il basso ed ho pensato di essere morto”.

“Il fatto di essere un vigile del fuoco forse mi ha aiutato a tenere un minimo di lucidità per avvisare i soccorsi per me e per gli altri”, ipotizza. “Sembrava un bombardamento, sembrava veramente una scena di un film di guerra. E’ una tragedia immensa, soprattutto quando pensi a tutte le vittime che ci sono state” sottolinea Davide. “Piano piano sto cercando di tornare alla mia quotidianità. – spiega infine – Siamo (noi sopravvissuti, ndr) sempre sotto cura, però c’è la voglia di tornare alla mia vita e al mio lavoro e a tutti gli altri impegni. Vorrei solo che fosse tutto come prima”.