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Pride Month, si chiude il mese arcobaleno: i diritti delle persone Lgbtqia+

Si chiude il Pride Month: i diritti delle persone Lgbtqia+

Il Pride Month si chiude, con un mese arcobaleno ricco di eventi. Scopriamo ad oggi quali sono i diritti delle persone Lgbtqia+ in Italia e nel mondo.

Il Pride Month si chiude ed è stato un mese arcobaleno ricco di eventi. Ma quali sono ad oggi i diritti delle persone Lgbtqia+ in Italia e nel resto del mondo? Scopriamolo insieme.

Pride Month, si chiude il mese arcobaleno: i diritti delle persone Lgbtqia+

Giugno è stato il Pride Month, un mese arcobaleno ricco di eventi, in cui mantenere alta l’attenzione su questo argomento importante. In molti Stati del mondo continua ad esserci una forte discriminazione, esclusione sociale ed economica a causa di orientamento sessuale, identità di genere, espressione di genere e caratteri sessuali. La comunità Lgbtqia+ subisce trattamenti iniqui che colpiscono molti aspetti della vita pubblica e privata delle persone, arrivando alla violazione dei diritti umani. Ci sono state aggressioni, discriminazioni, bullismo in tutto il mondo, in diversi ambiti, che non portano a godere dei veri diritti che dovrebbero avere tutte le persone. Le cifre sono molto alte. Ci sono 67 Stati in cui gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso sono criminalizzati e 11 Stati che prevedono la pena di morte per atti sessuali tra persone dello stesso sesso. Sono 13 le Costituzioni che vietano la discriminazione delle persone Lgbtqia+.

Sono tanti i luoghi del mondo in cui la comunità Lgbtqia+ subisce discriminazioni e violenze. Ci sono ancora troppi Stati che criminalizzano gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso e tra questi 11 prevedono la pena di morte e 9 la reclusione a vita. Sono tante le persone che hanno subito aggressioni fisiche o verbali, spesso sfociate anche in omicidi. Sono solo 58 gli stati membri delle Nazioni unite con una normativa sui crimini d’odio che faccia esplicito riferimento agli atti discriminatori contro la comunità Lgbtqia+ e solo 13 le Carte costituzionali che prevedono il divieto esplicito di discriminazione basata su orientamento sessuale, cinque citano anche l’identità di genere, una cita anche l’espressione di genere.

I diritti delle persone Lgbtqia+ in Italia

L’Italia non ha ancora una legge che faccia riferimento ai crimini d’odio e agli atti discriminatori contro la comunità Lgbtqia+, come riportato da Amnesty International. Ci sono degli ambiti su cui si sta chiedendo un cambiamento. A partire dalla previsione di dispositivi di legge che riconoscano e perseguano gli atti discriminatori ai danni di queste persone e la revisione dei meccanismi per la raccolta dati per l’analisi del fenomeno. L’Italia non prevede il matrimonio egualitario. Il 2023 si è aperto con la richiesta alle amministrazioni locali, da parte del governo, di interrompere la trascrizione degli atti di nascita di figli di coppie arcobaleno nati all’estero. Di conseguenza viene registrato solo il genitore con un legame biologico, negando i diritti ai bambini delle coppie omogenitoriali. Si sta anche parlando del tema che riguarda le carriere nelle scuole, dove ci sono sempre più casi di scuole che negano alle persone transgender la possibilità di sostituire nei registri e nei vari documenti il nome anagrafico con un nome scelto dalla persona. Non esiste ancora una norma che regoli l’applicazione di questa procedura a livello nazionale. Con queste prospettive, la discriminazione purtroppo va avanti senza sosta. La speranza di un futuro migliore, con i giusti diritti per le persone Lgbtqia+ è sempre molto alta, ma si scoprirà solo passo dopo passo, tra una battaglia e l’altra.