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Primarie Pd: cosa unisce e cosa divide i 4 candidati

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Luca Ricolfi ha proposto un questionario ai quattro candidati delle primarie del Pd: l'obiettivo è capire i punti di vista in comune e quelli opposti

Il 26 febbraio 2023 ci saranno le primarie del Partito Democratico. I quattro candidati in corsa sono Stefano Bonaccini, Gianni Cuperlo, Paola De Micheli ed Elly Schlein. I quattro politici si contraddistinguono per i loro approcci e punti di vista differenti, ma anche per alcune idee comuni.

Primarie Pd, il questionario ai candidati: cosa li unisce e cosa li divide?

Fondazione Hume e Istituto Bruno Leoni hanno unito le loro forze per creare un breve questionario formato da 18 domande differenti da somministrare ai quattro candidati per le primarie del Pd. L’obiettivo del collaboratore Luca Ricolfi e dei due istituti è quello di aiutare a capire se esistono punti di contatto tra i quattro politici e quali sono le differenze tra le loro vedute.

Le domande di Luca Ricolfi

Luca Ricolfi presenta così il questionario: 

“Perché si fa così fatica a capire che cosa li differenzia uno dall’altro? Forse il motivo è che è sempre meno chiaro che cosa realmente distingua la sinistra dalla destra. Per tre decenni, dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, la sinistra di governo ha fatto proprie idee di destra, come il mercato, la concorrenza, le liberalizzazioni, le privatizzazioni, i benefici della globalizzazione. Ma è successo anche il contrario. Diverse idee di sinistra sono migrate o stanno migrando a destra, specie da quando l’anima sociale della destra ha preso il sopravvento su quella liberista. E’ così che difesa dei deboli, libertà di espressione e persino la promozione del merito hanno attecchito in settori importanti della destra, come ho cercato di raccontare nel libro La mutazione. Come le idee di sinistra sono migrate a destra. C’è però una ragione ancora più importante per cui le differenze fra Bonaccini, Cuperlo, De Micheli e Schlein non si riescono a individuare, anche studiando a fondo le loro mozioni. Ed è che i loro discorsi riguardano quasi sempre i fini del cambiamento, non i mezzi per attuare quei fini. E sui fini – combattere le diseguaglianze, promuovere la parità di genere, tutelare l’ambiente, rafforzare lo stato sociale, stimolare la crescita – è praticamente impossibile dissentire. Le differenze vere possono emergere solo quando si comincia a parlare dei mezzi, ossia delle scelte – per lo più dolorose – che occorre compiere in presenza di risorse scarse. Oppure quando le scelte hanno forti connotazioni etico-morali. È a questo, a prendere posizione sui dilemmi veri, che serve il questionario. Se i 4 candidati vorranno provare a rispondere alle 15 domande sarà molto più facile, per gli elettori, fare una scelta informata. Che poi, in fondo, è l’essenza della democrazia.”