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Proroga dello stato di emergenza oltre il 30 aprile 2021: l'ipotesi al vaglio è quella del 31 luglio

Mario Draghi e Sergio Mattarella

Proroga dello stato di emergenza oltre il 30 aprile 2021: le ipotesi al vaglio del governo per una situazione che ha precise regole e connotazioni

Proroga dello stato di emergenza oltre il 30 aprile 2021, fra pochi giorni la scadenza che mette l’Esecutivo di fronte ad una serie di possibilità e di valutazione di ipotesi. Il dato empirico è che il 30 aprile lo stato di emergenza scadrà e l’eventuale strategia del governo Draghi sul tema se c’è è ufficiosa e non ancora definita. La prima ipotesi, quella che allo stato dell’arte assume più “polpa”, è quella di una naturale ed ulteriore proroga. Non ci sono conferme da Palazzo Chigi ma la data che pare essere in target è quella del 31 luglio. Una scadenza del genere coniugherebbe esigenze normative e strategie di contenimento del coronavirus, con la campagna vaccinale (si spera) a pieno regime e nel fulcro della bella stagione.

Emergenza oltre il 30 aprile 2021, di cosa parliamo

Ma perché nella lotta al covid lo stato di emergenza è così fondamentale come figura giuridica? La Costituzione stabilisce che con lo stato di emergenza alcune deroghe altrimenti concesse ad Enti locali ed istituzioni, passano in mano allo Stato. Quando accade e diventa legittimo? Ad esempio in caso di guerra, o di eventi naturali o causati dall’uomo che richiedano interventi straordinari e norme di rapida emanazione. Va da sé che in situazioni estreme l’agilità normativa è fattore fondamentale. Attenzione però: la Costituzione non prevede esplicitamente lo stato di emergenza.

Cosa dice la Costituzione e dove lo dice

Tuttavia l’articolo 120 inquadra lo scenario: “Il Governo può sostituirsi a organi delle Regioni, delle Città metropolitane, delle Province e dei Comuni nel caso di mancato rispetto di norme e trattati internazionali o della normativa comunitaria. Oppure di pericolo grave per l’incolumità e la sicurezza pubblica”. E le circostanze che “marcano” questa eventualità? Quando “lo richiedono la tutela dell’unità giuridica o dell’unità economica e in particolare la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai confini territoriali dei governi locali”. Insomma, se le cose vanno male lo Stato può prendersi il diritto di essere l’unico a stare nella stanza dei bottoni. Sulla durata ci sono regole.

Quanto dura lo stato di emergenza

Il Consiglio dei Ministri delibera lo stato di emergenza su indicazione del capo del Governo e lo fa per fare fronte a calamità naturali e pericoli di livello nazionale. Lo fa facendo sponda su due leggi ordinarie, del 1992 e del 1998. La durata massima è di 12 mesi prorogabile di altri 12 mesi dopo la scadenza. In questo regime sono previsti stanziamenti, importi, risorse, emanazioni dei famosi Dpcm, ordinanze e nuove regole, tutto il pacchetto insomma delle decisioni veloci che in uno stato normale necessitano di filtri e contrappesi normativi.

In Italia vige dal 31 gennaio 2020

In Italia siamo in questa situazione dal 31 gennaio 2020. Allora il governo Conte bis deliberò lo stato di emergenza per 6 mesi, fino al 31 luglio 2020. Ci sono state proroghe: fino al 15 ottobre 2020, fino al 31 gennaio 2021 e fino al 30 aprile 2021. Trenta giorni prima della scadenza il Consiglio dei Ministri deve decidere il da farsi, e qui veniamo a cosa bolle in pentola con il governo Draghi. L’ipotesi è quella della proroga fino al limite massimo previsto per legge, quello dei 12 mesi più 12, cioè il 31 luglio 2021, limite massimo previsto dalla legge.

Oltre il limite, ma per vie parlamentari

Limite che però può essere superato con ulteriori 12 mesi, ma stavolta con un intervento parlamentare, che cioè cambi la norma e la faccia passare senza opposizioni della Consulta che in materia di Costituzione detta letteralmente legge. Con la campagna vaccinale da gestire lo scenario più accreditato pare quello del 31 luglio e degli strumenti normativi di Dpcm e ordinanze, anche perché l’omogeneità del governo anche per passaggi d’aula è in un certo senso “garantita” proprio dalla delicatezza della situazione e di fatto c’è un solo partito all’opposizione, FdI.