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Protesi in cambio di tangenti: 12 medici arrestati

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Ben 12 medici sono stati arrestati perché agivano per favorire una specifica azienda di protesi. Succede al policlinico di Monza, il sistema andava avanti dal 2014.

Corruzione al Policlinico di Monza

Bruttissimo caso di corruzione nella sanità. Oggi, ben 12 medici del Policlinico di Monza sono stati messi in manette. Secondo la Procura, avrebbero favorito la Ceraver Italia Srl, comprando a spese degli ospedali protesi ortopediche di bassa qualità, e moltiplicando il numero delle operazioni. Dei medici di base avrebbero agito come complici. Il tutto era svolto per aumentare gli utili di una multinazionale francese, anche a discapito della salute pubblica. In cambio, i colpevoli ricevevano favori di vario tipo: denaro, regali, viaggi, vacanze, assunzioni di personale, partecipazioni a congressi e cene in locali lussuosi.

Persone arrestate e coinvolte

Dodici sono gli arrestati, di cui 3 sono chirurghi specialisti. Per altre nove persone, invece, (6 specialisti e 3 medici di base) sono scattati i domiciliari. Sei dei medici di base coinvolti sono stati sospesi dall’esercizio della professione, in convenzione con il Servizio sanitario. In manette sono finiti anche il responsabile commerciale e un agente di zona della società Ceraver. Anche l’azienda è stata messa sotto indagine, sulla base della legge sulla responsabilità amministrativa degli enti.

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Accuse pesanti

Pesantissime le accuse: i magistrati parlano di associazione a delinquere, corruzione e falso in atto pubblico. Le mazzette venivano contraccambiate per il “disturbo”(termine che dà nome all’inchiesta), come lo chiamavano gli indagati. Le stecche venivano anche chiamate “sistemazioni”. L’indagine è nata dalla denuncia di un dipendente del Policlinico. Sono stati scoperti i cardini del meccanismo corruttivo. Il tutto è stato ideato e realizzato dal 2014 al 2017 dai rappresentanti di una società produttrice di protesi, con il coinvolgimento di chirurghi specialisti in ortopedia, operanti in strutture private accreditate dal Servizio sanitario nazionale, nonché di medici di base.

Gli inquirenti, sotto la gestione dalla pm Manuela Massenz, hanno spiegato che alcuni chirurghi del Policlinico di Monza, ai fini di favorire la società, avrebbero moltiplicato anche il numero delle operazioni eseguite, con la tristte complicità di medici di base disonesti. Avrebbero agito, secondo gli inquirenti, “a discapito della salute pubblica”, aumentando gli “utili” della Ceraver e ottenendo utilità e vantaggi personali.

Secondo le indagini i medici di base avrebbero messo a disposizione degli specialisti gli studi, e avrebbero contribuito a procacciare i pazienti. Questo in cambio di una percentuale ottenuta dalle visite degli stessi ortopedici.

Sempre secondo le accuse, alcuni rappresentanti della Ceraver avrebbero corrotto i chirurghi ortopedici per spingere gli ospedali a comprare solo protesi della società. Protesi che avevano prezzi compresi tra i 1.500 e i 2.500 euro e, in particolare, per ogni acquisto andato a buon fine ai medici venivano consegnati tra gli 80 e i 100 euro. I medici di base avrebbero avuto il compito di individuare i pazienti, soprattutto persone anziane.

Non solo protesi

Non solo: secondo Luisa Zanetti, procuratore di Monza, emerge anche che alcuni dottori, “sia chirurghi che medici di base”, si sarebbero “impegnati, dietro corrispettivo, a prescrivere medicinali-integratori, prodotti e commercializzati da una società riconducibile” a un “agente di zona”, ora in carcere. C’è ancora di più. Dall’indagine viene allo scoperto una “ricerca del profitto” che è “sfociata anche nello strategico ampliamento del bacino di pazienti da sottoporre a interventi chirurgici, privilegiando il ‘reclutamento’ di quelli provenienti da altre Regioni”. Ciò si spiega perché “le prestazioni nei confronti dei pazienti extra-regionali non sono soggette ai tetti sui rimborsi fissati dalla normativa regionale”.