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Putin ricercato con mandato internazionale: perché non può venire a Roma (ma può andare a New York)

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Se il presidente russo venisse nel nostro paese verrebbe arrestato, ma il principio non vale per altri paesi

Nelle scorse ore il presidente russo Vladimir Putin è ufficialmente finito sotto l’occhio inquisitore del Tribunale Internazionale dell’Aja, che ha emesso nei suoi confronti un mandato d’arresto internazionale.

Nonostante tutto non sarà di certo facile vederlo alla sbarra: fra le poche certezze nel merito della questione, in ogni caso, c’è che non lo si vedrà mai arrivare a Roma, mentre il discorso è diverso per gli Stati Uniti o la Cina.

La decisione del Tribunale dell’Aja

La sentenza della Corte internazionale è pesantissima. I capI d’accusa contro Putin sono crimini di guerrra e di deportazione illegale della popolazione, particolarmente di bambini dalle aree occupate dalle truppe sovietiche di Mosca in Ucraina dall’inizio della guerra.

Secondo il tribunale dell’Aja:

Ci sono fondate ragioni per ritenere che Putin abbia responsabilità penali individuali per i crimini sopra menzionati.

Cosa succede ora per Vladimir Putin

Con un tale mandato la cattura sarebbe immediata nei 23 Paesi che hanno aderito alla Corte Penale Internazionale, Italia compresa. Ciò signfica che se Putin venisse a Roma sarebbe immediatamente arrestato.

Discorso diverso invece per New York o Pechino, visto che né Stati Uniti né Cina hanno aderito alla Corte dell’Aja (vale lo stesso discorso, paradossalmente, anche per Kiev). Vladimir Putin è ad ora il terzo presidente ad essere indagato dalla corte dell’Aja, dopo il libico Muammar al-Qaddafi e al sudanese Omar Hasan Ahmad al-Bashir.

Le conseguenze sono ovvie: questo mandato internazionale renderà praticamente impossibile a Putin partecipare a qualsivoglia summit politico con altri capi di stato e di governo.