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Ragazza rom: "Vorrei che Matteo Salvini visitasse il campo"

campo rom

La giovane vive nel campo rom di Palermo, dove 'La Repubblica' ha fatto un sopralluogo, ascoltando gli abitanti.

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha dichiarato, lunedì 18 giugno, di aver intenzione di censire le persone di etnia rom che vivono sul territorio italiano. Le sue parole hanno suscitato aspre critiche, inducendo il Segretario della Lega a fornire precisazioni. “Non è nostra intenzione schedare o prendere le impronte digitali a nessuno- ha spiegato Salvini – Il nostro obiettivo è una ricognizione della situazione dei campi rom”. Il vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha commentato: “Mi fa piacere che Salvini abbia smentito qualsiasi ipotesi di censimento o schedatura, se una cosa non è costituzionale non la si può fare”.

Il quotidiano La Repubblica, con un servizio di Claudia Brunetto e Giorgio Ruta, ha raccolto le testimonianze di alcuni cittadini che abitano nel campo rom, presente sin dall’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, di Palermo. Circa cento persone vivono a ridosso del parco della Favorita. Una parte è già stato demolito e il campo si è progressivamente svuotato nel corso degli anni. Il sindaco Leoluca Orlando ha intenzione di smontarlo definitivamente, offrendo agli abitanti un’altra soluzione abitativa, con il duplice scopo di riqualificare l’area e tutelare i rom che vi abitano. Le condizioni di vita sono precarie, soprattutto all’esterno delle baracche, ma le sue dimensioni contenute non hanno fatto scoppiare disordini: “La gente ci chiama zingari- dice una donna- ma qui è non è mai successo niente. Siamo stati sempre rispettosi con chi è entrato nel campo”. Una ragazza, più giovane, guida i due giornalisti all’interno del campo e poi commenta le frasi del ministro dell’Interno: “Ho votato Salvini- dice- E vorrei che venisse al campo, vorrei parlargli di persona”. Un uomo più anziano, seduto accanto a lei, si lamenta invece dell’assenza di documenti grazie ai quali potrebbe lavorare.

Leggi nazionali e internazionali

Diversi analisti hanno sollevato obiezioni alla proposta del Ministro dell’Interno citando l’articolo 3 della Costituzione italiana, che recita testualmente: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Un articolo dell’Internazionale, pubblicato il 19 giugno 2018, si concentra sulla legalità o meno del progetto di censire una parte popolazione su base etnica, non solo basandosi sulla carta costituzionale ma anche attraverso le norme internazionali. La ‘schedatura’ dei rom, se effettuata, violerebbe l’articolo 7 della direttiva europea sui dati personali (è vietato “il trattamento di dati personali che rivelino l’origine etnica”) e gli articoli 8 e 15 della Convenzione europea dei diritti umani. L’articolo dell’Internazionale inoltre rammenta che Roberto Maroni aveva organizzato, quando ricopriva la carica ora di Salvini, un censimento dei rom su base etnica. In base ai principi ricordati, l’Italia è stata condannata dalle autorità europee. La maggior parte dei rom che vivono nella penisola, lo 0,2% della popolazione, hanno la cittadinanza italiana. Internazionale sottolinea che i rom di origine romena sono cittadini europei, pertanto liberi di muoversi all’interno dell’Unione. Si citano anche i rom provenienti dall’ex Jugoslavia, alcuni dei quali apolidi proprio perché arrivati da una nazione che si è ‘dissolta’; molti di loro hanno un regolare permesso di soggiorno.