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Referendum Colombia, vince il no all'accordo governo - Farc

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Il referendum in Colombia ha visto la vittoria del no all'accordo fra governo e Farc. Astensionismo alto e margine di vittoria contenuto. Sono circa 65 mila i voti che hanno sancito la vittoria del fronte del no all'accordo fra governo e Farc nel referendum in Colombia. Un risultato ritenuto da mol...

Il referendum in Colombia ha visto la vittoria del no all’accordo fra governo e Farc. Astensionismo alto e margine di vittoria contenuto.

Sono circa 65 mila i voti che hanno sancito la vittoria del fronte del no all’accordo fra governo e Farc nel referendum in Colombia. Un risultato ritenuto da molti sorprendente, ma del quale l’attuale presidente Juan Manuel Santos e il leader dei gruppi rivoluzionari Rodrigo “Timochenko” Londono dovranno tenere conto. Per il primo si tratta soprattutto di una sconfitta politica in favore del rivale Alvaro Uribe, ex presidente della Colombia. Per il secondo si tratta invece di un messaggio chiaro da parte della popolazione: l’accordo, quanto meno per come è concepito al momento, non è sostenibile.

Fra gli oltre 13 milioni di elettori chiamati alle urne, l’astensionismo è stato molto alto, attorno al 60% e il margine di vittoria del no – come detto, circa 65 mila voti – molto contenuto. Non di meno, la popolazione colombiana si è espressa per la bocciatura dell’accordo Santos – Londono, preferendo prolungare il momento di incertezza nel quale versa il paese.

52 anni di scontri fra governo colombiano e forze armate rivoluzionarie

Da oltre mezzo secolo le forze rivoluzionarie (Farc) si oppongono al governo ufficiale. In tempi recenti è arrivata la rappacificazione e il cessate il fuoco, definito dal presidente Santos “bilaterale e definitivo” anche dopo l’esito del referendum. No all’accordo governo – Farc tanto quanto no al ritorno alla violenza. Da parte del governo è stata evidenziata la massima e immediata disponibilità a confrontarsi con il vittorioso fronte del no. Al contempo, i portavoce delle Farc hanno chiarito di essere intenzionati a “usare solo la parola come arma di costruzione del futuro” e di conservare inalterata la “volontà di pace” pre referendaria.

Ora per la Colombia si aprirà una fase di probabile riassestamento politico. Il presidente Santos dovrà fare i conti con gli avversari e sostenitori del no all’accordo. Quest’ultimo dovrà essere riscritto e ridiscusso con i gruppi rivoluzionari, della cui accettazione il paese ha bisogno come conferma finale della fine delle ostilità.