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Renzi a 'Che tempo che fa': "No a governo con 5 Stelle"

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L'ex premier è contrario a un esecutivo M5S e Pd, ma apre all'ipotesi di un 'governo di scopo'.

Dopo un periodo di silenzio, Matteo Renzi torna a parlare pubblicamente. Il tempismo è perfetto: la direzione del Partito Democratico è prevista per il 3 maggio. “Il governo deve farlo chi ha vinto, se ne è capace”- ha detto l’ex premier intervistato da Fabio Fazio a Che tempo che fa– “Siamo seri, chi ha perso le elezioni non può andare al governo. Non possiamo con un gioco di palazzo rientrare dalla finestra quando gli italiani ci hanno fatto uscire dalla porta”.

‘Si parlano le due Coree…’

Se qualcuno in casa Pd sperava che Matteo Renzi aprisse all’ipotesi di un’alleanza con i 5 Stelle sarà rimasto deluso. Renzi non è più Segretario dei democratici, ma sarebbe ingenuo sottovalutare la possibilità che influenzi le decisioni del partito, peraltro in una fase di riorganizzazione. L’ex premier infatti ripete ciò che parte della classe dirigente del Pd sostiene da tempo: no a un governo insieme ai 5 stelle. Renzi non esclude che possa essere avviato un dialogo con i pentastellati ma, dalla sue parole, traspare un evidente scetticismo: “Penso che parlarsi sia sempre un bene. Si parlano le Coree, figuriamoci se noi non possiamo parlare con i 5 Stelle”. L’eventuale incontro tra i rappresentanti dei due partiti dovrebbe essere trasmesso in streaming, in modo che siano chiare le posizioni reciproche perché “(…) è importante che i cittadini sappiano se loro hanno cambiato idea sui vaccini, sulla Tav”.

Difficile accordo sul programma

Renzi evidenzia inoltre le differenze tra i programmi (“Il reddito di cittadinanza per me non sta né in cielo né in terra”, “Se il Movimento 5 Stelle vuole annullare il Jobs Act lo faccia con l’altro Matteo. Per me il Jobs Act ha creato posti di lavoro”) e lancia qualche stoccata in merito alla campagna elettorale appena passata e all’intransigenza di Luigi Di Maio nel proporsi come futuro Presidente del Consiglio: “Non è una ripicca dire di no, ma dignità ed etica nel rispetto del voto. (…) Tanto di capello a chi ha preso il 32% ma non è il 51%. O qualcuno gli regala 19%…” ed è incoerente “(…) venire a chiedere i voti a chi hai accusato di essere la causa di tutti i mali d’Italia. (…) Penso sia difficile un accordo tra forze politiche che, non solo si sono insultate, ma hanno anche pochi punti di contatto nelle questioni di merito”.

Sì a riforme costituzionali?

Su un punto però si nota la differenza che separa Renzi (e una parte del Pd) da Di Maio e anche da Matteo Salvini: l’ex premier non è ostile a prescindere all’idea di formare un ‘governo di scopo’ che racchiuda più forze politiche insieme per portare avanti pochi e determinati provvedimenti. Nello specifico, le riforme costituzionali: “Se i vincitori non riescono a fare un governo, prima di tornare a votare siamo disponibili a ragionare di riforme costituzionali con tutti, ma la prima proposta deve venire dai vincitori“. I ‘contorni’ di tale esecutivo saranno decisi dal Presidente della Repubblica e la durata sarà minore di quella prevista per un’intera legislatura. “O M5S e Lega fanno un governo, o scriviamo le regole insieme. (…) Un anno, due anni, un anno e mezzo. Con quale governo? Deciderà il presidente della Repubblica la forma migliore”. La proposta di Renzi è un’ulteriore presa di distanza dagli avversari politici che, già durante la campagna elettorale, hanno dichiarato che mai avrebbero appoggiato un governo di ‘larghe intese’.

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La replica di Di Maio

Il Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno iniziato a valutare l’ipotesi di avviare un dialogo tra loro. Parte del Pd apre all’idea di discutere su provvedimenti precisi con i pentastellati, mentre l’area vicina a Matteo Renzi è decisamente contraria. Dopo l’intervista di stasera, la strada del confronto è in salita. “Il Pd non riesce a liberarsi di Renzi, nonostante l’abbia trascinato al suo minimo storico- scrive Luigi Di Maio sulla sua pagina Facebook- “Altro che discussione all’interno del PD. Oggi abbiamo avuto la prova che decide ancora tutto Renzi, col suo ego smisurato. Noi ce l’abbiamo messa tutta per fare un governo nell’interesse degli italiani. Il Pd ha detto no ai temi per i cittadini e la pagheranno”.