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Romania e Italia tra investimenti, guerra e geopolitica

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Bucarest, 25 mag. (askanews) - Si chiude con una grande partecipazione l'undicesimo Forum Economico di Confindustria Romania che si è svolto a Bucarest. Un appuntamento chiave che ha aperto una piattaforma di dialogo sul futuro degli investimenti italiani e sulle sfide dell'economia del domani. ...

Bucarest, 25 mag. (askanews) – Si chiude con una grande partecipazione l’undicesimo Forum Economico di Confindustria Romania che si è svolto a Bucarest. Un appuntamento chiave che ha aperto una piattaforma di dialogo sul futuro degli investimenti italiani e sulle sfide dell’economia del domani.

Ha dominato il tema della guerra in Ucraina e delle sue conseguenze sia umanitarie che economiche e sociali, come ha spiegato il presidente di Confindustria Romania Giulio Bertola.

“Il contesto è difficile, è un impegno a più livelli non solo economico ma anche umanitario. Questa invasione da parte della Federazione russa dell’Ucraina ha portato la guerra al centro dell’Europa e adesso come imprenditori ci troviamo di fronte a tante problematiche, dall’aumento del costo delle materie prime alla reperibilità delle materie prime stesse, perché anche a livello geopolitico sono posizionate in territori come la Cina e la Russia. Quindi noi imprenditori dobbiamo pianificare il futuro tenendo conto di queste variabili che stanno impattando in maniera preoccupante sulla nostra economia”.

Temi che sono stati affrontati anche negli interventi istituzionali del premier romeno Nicolae Ciuca, che ha riconosciuto il ruolo centrale delle circa 20mila imprese italiane in Romania, dell’ambasciatore d’Italia Alfredo Maria Durante Mangoni che ha lanciato la sfida sulle traiettorie future degli investimenti italiani e anche nel corso del dibattito a cui hanno partecipato il presidente esecutivo di Erg Edoardo Garrone, il professor Vittorio Emanuele Parsi dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Lara Tasson Zanin, responsabile della missione Bei in Romania, Adrian Dimache, direttore del Centro Studi per l’Europa Orientale di Confindustria Romania e Marius Bosta, fondatore di Repatriot.

Nel panel si è discusso di reshoring, di approvvigionamenti, di Nato e inevitabilmente di guerra e ricostruzione. Un altro dei temi che è emerso dal Forum è legato invece alla diaspora romena, che conta oltre un milione di persone soltanto in Italia, e della mancanza di manodopera qualificata in Romania. Un tema su cui anche la presidenza romena ha avviato una vera task force a cui partecipa anche il presidente Bertola.

“In Romania soffriamo un po’ di questo, abbiamo poca manodopera, specializzata ma ci stiamo attivando per trovare delle soluzioni per rendere il Paese attrattivo e riportare a casa i romeni che hanno delle professionalità maturate in paesi europei e che potrebbero dare un grande contributo per la crescita e lo sviluppo”.