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Russiagate, Trump non licenzierà il procuratore Mueller

Russiagate Donald Trump

In merito al caso Russiagate, Trump ritiene non ci sia nulla di compromettente nelle mail acquisite da Mueller. E aggiunge 'Non lo licenzio'.

Si infittisce il mistero legato al caso Russiagate. Secondo una fonte vicina agli investigatori, il procuratore speciale Robert Mueller avrebbe acquisito decine di migliaia di e-mail antecedenti all’elezione del Presidente Donald Trump. I messaggi risalgono dunque al periodo di transizione compreso tra l’elezione e la nomina del 45° Presidente. Tra i messaggi ottenuti da Mueller, anche alcuni appartenenti a Jared Kushner, marito di Ivanka nonchè genero di Donald Trump. Il materiale oggetto dell’inchiesta è stato ottenuto grazie alla General Services Administration, l’agenzia che gestiva la posta elettronica nel periodo delle elezioni americane. L’attuale Presidente degli Stati Uniti si dichiara ‘molto turbato’ da come sono stati acquisiti i messaggi di posta elettronica.

Russiagate, Trump non licenzierà Mueller

Il turbamento di Donald Trump è lo stesso ‘della sua gente’, così come ha dichiarato in un’intervista. ‘Tanti avvocati hanno pensato che sia molto triste’, ha poi aggiunto. Trump dice di essere tranquillo e di esser convinto non ci sia nulla di compromettente nella vicenda. E assicura ‘Non licenzierò Mueller’. Proprio il timore di un allontanamento del Procuratore speciale si era insinuato tra i democratici. Le accuse rivolte a Mueller riguardano ‘l’acquisizione illecita’ di messaggi di posta elettronica del transition team di Donald Trump. Nello specifico, gli inquirenti che collaborano per scoprire se effettivamente ci sono stati dei condizionamenti da parte della Russia, hanno ottenuto un’innumerevole quantità di mail. Quasi 700 da un solo account.

Trump for America, l’accusa di Laghofer

Le conversazioni sarebbero quelle degli uomini del Presidente Trump e risalirebbero al periodo tra novembre e gennaio. Si tratta proprio dei due mesi a cavallo tra l’elezione del tycoon e la sua vera e propria entrata in carica. Ad alimentare il caso, il contributo di Kory Laghofer, avvocato di ‘Trump for America‘, organizzazione governativa che faceva parte proprio del team di transizione. Secondo quanto affermato da Laghofer, la General services administration avrebbe consegnato agli inquirenti decine di migliaia di messaggi privati con modalità poco trasparenti e per fini politici. Mueller, nel suo caso, le avrebbe poi ottenute senza aver emesso alcun mandato. ‘Il materiale in oggetto è di proprietà privata e non si tratta di atti di governo’. E’ quanto riportato sempre dall’avvocato Laghofer.

Risposta della Casa Bianca

Immediata la risposta da parte del portavoce dell’ufficio del procuratore Robert Mueller, Peter Carr: ‘Quando abbiamo acquisito le e-mail, ci siamo assicurati il consenso del proprietario dell’account’ aggiungendo inoltre di ‘aver seguito il processo appropriato per l’acquisizione’. Alle domande dell’agenzia di stampa Reuters, la Gsa (acronimo di General services administration) si è chiusa in un secco ‘no comment’. Nessuna grossa preoccupazione da parte del numero uno della Casa Bianca Donald Trump. La sua intenzione è quella di continuare a collaborare con il Procuratore speciale del caso Russiagate. La portavoce Sarah Sanders ha auspicato che il caso di concluda quanto prima.