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Sacchetti biodegradabili: la polemica social sulla direttiva

Sacchetti biodegradabili

Sacchetti biodegradabili, la normativa scatena la bufera nel web. Polemica tra gli utenti che protestano contro il pagamento delle buste

La nuova normativa sui sacchetti biodegradabili a pagamento nei supermercati scatena la rivolta dei social. L’obbligo di pagamento è scattato dal primo gennaio 2018 e sui social non sono mancate le proteste e l’ironia. C’è chi ha pesato una ad una le arance per evitare l’acquisto della busta. Su twitter, l’hashtag sacchetti è il primo della lista e tante delle ” soluzioni alternative ” al sacchetto bio stanno diventando virali. Se il presidente di Assobioplastiche ha garantito che non si tratta di speculazione ai danni del consumatore, i social parlano di truffa.

Sacchetti biodegradabili, la truffa

E’ proprio questa la parola più ricorrente che i consumatori hanno utilizzato sui social per descrivere i costi delle buste nei supermercati. La cifra imposta sui sacchetti biodegradabili oscilla tra 1 e 3 centesimi, ma è stata sufficiente a scatenare la bufera tra i consumatori. In molti, inviperiti, hanno reagito cominciando a postare scontrini e metodi alternativi per evitare l’odiata busta. ” Fatta la legge, trovato l’inganno “, scrivono i molti che si presentano alla cassa etichettando le arance una ad una.

Sacchetti biodegradabili

La stima della spesa

Il costo annuale dei sacchetti biodegradabili dovrebbe oscillare tra i 4,17 e i 12,51 euro per famiglia. La stima di questo piccolo peso che si aggiunge al budget familiare arriva dall’Osservatorio Assobioplastiche. La ricognizione arriva in occasione dell’entrata in vigore del primo gennaio 2018 della legge 123/2017, il decreto Mezzogiorno approvato lo scorso agosto. La stima è stata effettuata monitorando una dozzina di grandi magazzini alimentari. L’Osservatorio ha valutato che il consumo di sacchi per frutta e verdura per ogni cittadino sia di 150 sacchi l’anno, per un totale che oscilla tra i 9 e 10 miliardi di unità. Secondo Gfk-Eurisko, le famiglie italiane effettuano in media 139 spese all’anno nella Grande Distribuzione: ipotizzando una media di tre sacchetti per spesa, il consumo risulta di 417 buste. Ecco spiegato il calcolo ipotetico del costo annuale.

Vita breve e costosa

La normativa si preannuncia severa e senza possibilità di scappatoie. Il testo del Decreto Legge stabilisce che le borse di plastica non possono essere distribuite a titolo gratuito. Per questa ragione il prezzo di vendita per singola unità deve risultare dallo scontrino o dalla fattura. Gli esercizi che non segnaleranno sullo scontrino il prezzo della busta sono passibili di multe che vanno da 2.500 a 25.000 euro. Per i casi più gravi di sacchetti non a norma, sono in arrivo sanzioni fino a 100.000 euro. Non sono però solo gli esercizi ad essere posti sotto stretto controllo, ma anche i consumatori. Nessun sacchetto portato da casa e nessun riutilizzo: il ministero dell’Ambiente fa sapere che non sarà possibile per motivi igienici. Un prezzo decisamente alto se si considera che il tempo medio di utilizzo di un sacchetto è di 12 minuti.

Polemiche e Novamont

Se Legambiente difende la normativa obiettando che l’innovazione ha un prezzo, il Codacons protesta. L’associazione dei consumatori parla dell’ennesimo balzello e tassa occulta destinata ad abbattersi sulle famiglie italiane. La polemica passa subito sul versante politico perché ‘Affari Italiani’ denuncia chi sorride al pensiero del costo dei sacchetti biodegradabili. Ad aver applaudito l’approvazione della normativa il 3 agosto 2017 ci sarebbero i vertici di Assobioplastiche come il presidente Marco Versari, portavoce di Novamont, nota per aver inventato i sacchetti bio a base di mais. Spunta anche tra i nomi quello dell’amministratore delegato Catia Bastioli che più volte ha incrociato la strada del PD e di Renzi. Novamont è l’unica in italia che produce materiale per la produzione delle buste bio e detiene l’80% del mercato. 20 miliardi di sacchetti l’anno per un business da 400 milioni di euro l’anno: dopo la legge fa decisamente gola.