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Coronavirus nei macelli, perché i focolai sono così frequenti?

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I focolai di coronavirus rilevati nei macelli americani ed europei potrebbero derivare da scarse condizioni lavorative dei dipendenti.

Diversi paesi d’Europa e gli Stati Uniti hanno registrato numeri preccupanti riguardo alla presenza sempre più frequente di focolai di coronavirus nei macelli. In Germania ben 657 tra operai e addetti alla alvorazione della carne sono risultati positivi. Dopo i primi casi, in queste aziende sono diventati sempre più frequenti test e indagini per verificare le condizioni di lavoro dei dipendenti.

Coronavirus nei macelli: focolai preoccupanti

Incomincia a preoccupare la situazione relativa ai sempre più frequenti focolai di coronavirus riscontrati nei macelli di mezza Europa e Usa. In Germania, l’ultimo caso ha rilevato 657 positivi tra addetti alla lavorazione della carne operai dell’azienda.

Secondo un rapporto del Food and Enviroment Reporting Network, già a giugno abbiamo raggiunto in Europa 2670 casi di covid nei vari impianti di macellazione. In Italia i casi sono sporadici, ma se ne contano molti in Francia, Olanda, Spagna e Irlanda.

Condizioni lavoratorive dubbie

La prima causa ipotizzata dagli esperti è la condizione lavorativa assai precaria nelle aziende colpite, oltre all’ambiente refrigerato che permette al virus di poter sopravvivere a lungo. Inoltre mantenere le distanza è impossibile, visto che il metodo della catena di montaggio rende complicata ogni forma di distanziamento sociale dei dipendenti.

La forza lavoro è spesso è costituita da migranti che abitano in zone affollate e di rado igienizzate. Negli Stati Uniti si contano 24.000 contagi in 180 impianti di macellazione, dove ha perso la vita un centinaio di dipendenti.