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Coronavirus, il prof: "Danni devastanti al cervello"

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Effetti devastanti sul cervello dopo essere risultati positivi al Coronavirus: il racconto di un professore positivo.

Lo aveva già accennato una ricerca dell’Università degli Studi di Milano, ma adesso arriva anche un racconto dettagliato di ciò che può causare: il Coronavirus non colpisce soltanto i polmoni ma rischia di devastare altre parti del corpo. Proprio come il cervello. È capitato a diverse persone risultate positive alla nuova infezione. E tra questi c’è anche il professor Paul Mylrea: un vero e proprio scienziato, dotto, parla addirittura sei lingue. Ma adesso, dopo essere stato colpito dal Coronavirus e a causa degli effetti devastanti della malattia subiti al cervello, non riesce quasi neanche più a leggere.

Lo racconta lui stesso, come testimonianza per chi crede che il Covid sia solo un’invenzione. In una lunga intervista concessa alla Bbc spiega per filo e per segno come la sua vita, improvvisamente, sia cambiata. Rivoltata come un calzino. Cose banalissime che riusciva a fare con semplicità inaudita ante-Coronavirus, adesso sono diventate tremendamente difficili. Problemi alla vista e al linguaggio. Tant’è che Paul ricorda come i medici lo avessero già dato per spacciato

Coronavirus, i danni devastanti al cervello

“Avevano detto a mia moglie e alle mie figlie di prepararsi al peggio – ricorda il professore -. L’unica cosa che potevano fare in quel momento, secondo i medici, era aspettare. Non so ancora come, ma sono sopravvissuto e sono progressivamente guarito”. Ma gli effetti della malattia se li sta portando tutti con sé. Oggi, infatti, Paul Mylrea, a causa delle conseguenze del Coronavirus, ha seri problemi alla vista e di connessione con il linguaggio.

Il Coronavirus, dunque, causa gravi danni al cervello: “Non riesco a leggere alla stessa velocità di prima e ho più difficoltà a memorizzare le informazioni, ma i medici dicono che è normale dopo i danni riportati dal mio cervello – racconta amareggiato il professore -. Fisicamente sto bene e anche i medici lo riconoscono, anche se non posso più fare la stessa attività sportiva di prima. Mi allenavo in palestra, andavo in bicicletta e nuotavo nel fiume, spero almeno di poter tornare in piscina”.