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Galli: "Covid? Più veloce a causa dei superdiffusori"

Il prof. Massimo Galli

I superdiffusori, anche asintomatici, sono responsabili della velocità di diffusione del Coronavirus. Lo spiega il prof. Massimo Galli.

Torna a parlare a distanza di quattro giorni il primario del reparto di Malattie infettive III dell’Ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, dopo aver lanciato l’allarme sul ritorno di nuovi focolai coronaviruus in Italia. Il professionista è convinto del ruolo dei superdiffusori nella trasmissione inarrestabile del Coronavirus da una parte all’altra della Terra. Intervistato dal ‘Corriere della Sera’ l’esperto di malattie infettive si esprime così riguardo i casi di superdiffusione nello spiegare l’evoluzione della pandemia Coronavirus :”In questa pandemia sembra sempre più evidente il ruolo dei super diffusori (anche asintomatici) che rende più facile la permanenza del virus e la sua possibilità di circolazione“. Il virus cresce ad una velocità tale da non garantire l’immediata protezione non solo dai nuovi focolai Covid, ma anche dalle cosiddette infezioni di ritorno che l’apertura delle frontiere e l’allestimento dei voli internazionali potrebbero di certo agevolare.

Covid più veloce con superdiffusori

Il prof. Galli -che già a maggio allertava sull’inesistenza di alcuna evidenza scientifica che il virus si stesse depotenziando –fa luce sulla relazione tra coronavirus e superdiffusori nel contagio da covid nel mondo. Le considerazioni da cui muove il dottore potrebbero essere la chiave per spiegare come si trasmette il nuovo coronavirus da persona a persona.

Galli appare fiducioso che non esistano le condizioni epidemiologiche che hanno caratterizzato il Covid in Italia nel mese di febbraio, dove secondo il dottore “è più difficile che l’infezione raggiunga le persone maggiormente a rischio perché stanno più attente“. Ma non bisogna abbassare la guardia, ammonisce il primario, perché bisogna farsi trovare preparati contro le influenze autunnali in attesa che faccia la comparsa la vaccinazione di massa tanto attesa che eviterebbe, prosegue il virologo, “che gli ospedali si intasino per complicanze da influenza“.