> > Coronavirus apparso prima? Lo rivelano gli asintomatici

Coronavirus apparso prima? Lo rivelano gli asintomatici

Asintomatici. Nuovi studi evidenzierebbero ruolo benefico per la società

Gli asintomatici al Coronavirus sono pericolosi perché capaci di contagiarci? I linfociti T cambiano la percezione che ne abbiamo.

Il coronavirus non vuole proprio abbandonare le nostre esistenze, e sbocciano sempre nuovi studi per indagare ogni aspetto del Sars_CoV2. Ma siamo sicuri che il virus che trasmette il Covid sia del tutto nuovo, oppure in passato ci siamo esposti a qualcosa di simile? Importanti novità provengono dallo studio approfondito degli asintomatici del Coronavirus condotto presso Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie di Atlanta (USA).

Asintomatici Coronavirus: utili o pericolosi?

Come racconta laLettura» #456 , l’intuizione sarebbe partita da una statistica circa i tremila detenuti nelle carceri di Arkansas, North Carolina, Ohio e Virginia, dei quali il 96% si è dimostrato essere asintomatico, senza questo scatenare un contagio certo verso chi vive in stretto contatto con i positivi in cella. Un numero così alto di infezioni asintomatiche ha portato a dichiarare a Monica Gandhi (Dipartimento malattie infettive dell’Università di San Francisco, Usa): “Non è detto che sia sempre un problema, tutt’altro; potrebbe essere un bene per l’individuo e per la società“. L’esperta si è concentrata allora sul perché tante persone sono capaci di contagiare pur non presentando sintomi. Uso della mascherina e dei dpi di sicurezza, particolare predisposizione genetica o l’adattamento imprevedibile del Covid nelle nostre cellule?

Coronavirus e asintomatici: virus apparso prima?

Sono sempre più gli studi diretti a attestare che il virus Sars CoV 2 non sia del tutto nuovo, ma abbia fatto la sua comparsa ben prima di questa tremenda pandemia. La chiave potrebbe venire dai cosiddetti linfociti T, o linfociti della memoria, ossia particolari cellule che memorizzano una trasmissione virica nel passato e la riconoscono ogni qual volta riappare. Così si spiegherebbe come in Svezia, nonostante non abbia funzionato l‘immunità di greggescandalo per le email del suo ideologo Tegnell – il numero di ammalati diminuirebbe pur senza lockdown. “Aspettiamo conferme, ma è possibile che sia così e sarebbe davvero una buona notizia» ha affermato Anthony Fauci, noto immunologo statunitense. A supporto di questa tesi, alcuni ricercatori dell’Università di San Diego si sono spinti ad analizzare vecchi campioni di sangue scoprendo che nel 40-60 per cento di quei campioni si potevano trovare cellule T capaci di riconoscere Sars-CoV-2.

I nuovi studi potrebbero dunque aprire una nuova frontiera sul tema degli asintomatici coronavirus fino al punto da considerare gli asintomatici non come pericolosi portatori del virus, ma come percentuale capace di riconoscere il Sars Cov2 come presistente e, di conseguenza, di contenerlo.