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Salvini: l'apertura delle indagini "sarà un boomerang"

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Matteo Salvini commenta nuovamente l'apertura delle indagini da parte della procura di Agrigento: "questa inchiesta si rivelerà un boomerang".

In un’intervista per Il Messaggero il Ministro dell’interno Matteo Salvini commenta nuovamente l’apertura delle indagini da parte della procura di Agrigento, ribadendo la sua posizione: “Credo che ad Agrigento abbiano sbagliato i loro conti se pensavano di fermare o intimorire qualcuno“. Il ministro non risparmia critiche a chi, a sua detta, cerca di opporsi alla linea dura in tema migranti, che dal caso Aquarius al caso Diciotti, sta mettendo in atto con prese di posizione esemplari, nonostante lontano dai riflettori gli sbarchi continuino (sono 250 i migranti sbarcati mentre l’attenzione dei media era ancora concentrata sul caso Diciotti). Matteo Salvini punta, ancora una volta, il dito contro l’UE e propone una riforma della giustizia.

Salvini, l’indagine: “sarà un boomerang”

Il 25 agosto la procura di Agrigento ha aperto un fascicolo per indagare formalmente Matteo Salvini e il capo del suo gabinetto, Matteo Piantedosi. Inizialmente le indagini sul caso Diciotti erano a carico di ignoti, poi la procura di Agrigento ha deciso di inviare il fascicolo al Tribunale dei Ministri di Palermo. Dal momento che 150 persone sono state costrette a rimanere a bordo della nave Diciotti su territorio italiano e su preciso ordine del Ministro dell’interno, Matteo Salvini è indagato per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio.

Non è solo la procura di Agrigento ad aver aperto le indagini: la dda di Palermo ha aperto un fascicolo per associazione a delinquerefinalizzata al traffico di migranti” e “al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina” la procura di Catania invece ha aperto un fascicolo di atti relativi, per verificare se sussistono le condizioni per avviare un indagine formale.

La reazione di Salvini

Dopo aver ricevuto la notizia dell’apertura delle indagini Matteo Salvini lo ha immediatamente comunicato ai propri follower su Facebook, mostrandosi tranquillo, e affatto intimorito dalle possibili conseguenze delle indagini: “Il Procuratore di Agrigento ha chiesto ufficialmente i miei dati anagrafici. Per fare cosa???? Non perda tempo, glieli do io. Matteo Salvini, nato a Milano il 9/3/1973, residente a Milano in via xxx, cittadinanza italiana. Se vuole interrogarmi, o magari arrestarmi perché difendo i confini e la sicurezza del mio Paese, ne sono fiero e lo aspetto a braccia aperte!“.

Dopo due giorni dall’inizio delle indagini, Matteo Salvini torna a parlare delle indagini sul suo conto, senza fare passi indietro: “Da Agrigento verranno tante cose positive e quindi ringrazio il pm perché sarà un boomerang“. Infatti “Ho ricevuto una marea di messaggi di solidarietà anche e soprattutto da parte di gente che è fuori dalla politica e che non ha votato Lega” e ribadisce: “credo che ad Agrigento abbiano sbagliato i loro conti se pensavano di fermare o intimorire qualcuno“.

Il ministro dell’interno prosegue affermando che: “tra i tanti messaggi di sostegno ce ne sono stati anche parecchi di giudici e pubblici ministeri di varie procure italiane. È il segno che la politicizzazione – aggiunge il vicepremier spostando l’attenzione dalle accuse sul suo conto – va stretta anche a molti operatori della giustizia“. Eppure la colpevolezza o l’assoluzione del ministro non si deciderà in like o in messaggi di apprezzamento: se il parlamento darà l’autorizzazione a procedere, sarà il Tribunale dei Ministri di Palermo a vagliare i risultati delle indagini della procura di Catania.

Salvini si difende

Sulle pagine di Libero Matteo Salvini parla in propria difesa: “ho fatto solo il mio lavoro di ministro e sono pronto a rifarlo. Per il resto mi spiace per il procuratore di Agrigento: penso che con tutti i problemi che ha la Sicilia, la priorità non sia certo indagare Salvini“. Ciononostante il ministro sembra voler andare fino in fondo: sembra che non chiederà al senato di negare l’autorizzazione a procedere al Tribunale dei ministri: “Se il Tribunale dirà che devo essere processato andrò davanti ai magistrati a spiegare che non sono un sequestratore. Voglio proprio vedere come va a finire“.

Le accuse alla magistratura e all’Europa

Salvini tralascia poi il caso Diciotti e parla di riforma della giustizia, che verrà presto messa in cantiere dal Governo. A chi critica l’annuncio di tale decisione arrivato proprio in un momento legalmente delicato per Salvini come questo, il vicepremier risponde che è una riforma da mettere in atto: “non per l’inchiesta, ma perché abbiamo milioni di processi arretrati e questo è uno dei problemi che frenano gli investimenti in Italia. Una riforma dei tempi della giustizia serve. Poi affronteremo la separazione delle carriere e il correntismo della magistratura“.

Il Ministro dell’interno punta poi il dito contro le istituzioni europee che, a parer suo, sono state “assenti, sorde, menfreghiste, ma poiché lo fanno con i soldi degli italiani, e la cosa ci dà molto fastidio, bene ha fatto Conte ad annunciare che quando avranno bisogno di noi li ripagheremo con la stessa moneta“. Il modello di Europa desiderato da Salvini è quello di Orban, con cui il ministro si incontrerà alla prefettura di Milano domani pomeriggio. Orban, spiega Salvini, “Vuole un’Europa che controlli e protegga le frontiere esterne, questo è il nostro obiettivo finale. Ricordo agli scandalizzati che Orban fa parte del Ppe e governa l’Europa con i socialisti. Non è quindi un euroscettico brutto e cattivo come Salvini e la Le Pen, ma governa. Inoltre se mi chiedesse un incontro anche la cancelliera Merkel, io da vicepremier ho il dovere di incontrare chiunque e lo farei volentieri“.